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Come cambia la TV nel 2021

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Hai sentito dire in giro che tra il 2021 e il 2022, avverrà un grande cambiamento per la trasmissione digitale terrestre. Dai vari discorsi ascoltati, sei riuscito solo a capire che il nuovo standard relativo a questo tipo di trasmissione è chiamato DVB-T2 e che sarà inevitabilmente necessario “allinearsi” a questo cambiamento se si intende continuare a guardare normalmente la TV.

Preso atto di ciò, ti stai ora chiedendo quando avverrà il passaggio al nuovo standard nella tua area di residenza, come capire se il tuo televisore supporta il DVB-T2 e, soprattutto, come rimediare qualora non fosse così. Come dici? Ho inteso perfettamente la tua situazione? Perfetto, allora, in questo caso, ti consiglio caldamente di continuare a leggere.

In questo tutorial, infatti, risponderò nel modo più chiaro e semplice possibile proprio agli interrogativi e alle domande di cui sopra; insomma, ti spiegherò come cambia la TV nel 2021 e le ragioni di questo cambiamento. Ti anticipo sùbito, ad ogni modo, che potresti non aver bisogno di fare nulla (o quasi) per ricevere il nuovo segnale digitale terrestre. Ma al bando le ciance e andiamo al cuore della questione. Ti auguro una buona lettura e ti faccio un grosso in bocca al lupo per tutto!

Indice

Informazioni preliminari

DVB-T2 logo

Se sei d’accordo, inizierei rispondendo alla domanda che, probabilmente, ti ha portato proprio qui, ossia: come cambia la TV nel 2021. Devi sapere, infatti, che fino ai primi mesi del 2021, lo standard per la trasmissione digitale terrestre (quella che “veicola” verso l’antenna TV il segnale audio e video compresso con una determinata banda di frequenza) è stato il DVB-T (Digital Video Broadcasting — Terrestrial), standard stabilito dal consorzio europeo DVB.

Gli studi per migliorare le prestazioni di questo standard sono iniziati fin dal 2006 e gli stessi hanno portato, all’aprile del 2007, alla creazione del nuovo standard DVB-T2. Quest’ultimo, a parità di banda, permette un miglioramento della capacità trasmissiva stimabile fino al 50% rispetto allo standard DVB-T. Ciò garantisce anche un notevole incremento della qualità audio e visiva (fino al raggiungimento del formato Ultra HD 4K).

Quanto ti sto dicendo riguarda, ovviamente, solo il segnale digitale terrestre e non quello satellitare (per quest’ultimo il nuovo standard DVB-S2 è già entrato in vigore, con la stragrande maggioranza dei canali visibili con questo formato di trasmissione dal 1° dicembre 2020). Al DVB-T2 è affiancato anche il nuovo formato di codifica HEVC (H.265). Quest’ultimo standard indica il codec di compressione video e supporta perfino la risoluzione 8K (8192 x 4320 pixel).

5G Logo

Il passaggio al nuovo standard DVB-T2 si è reso necessario, anche perché, la Commissione Europea ha stabilito di lasciare di frequenza di trasmissione dei 700 MHz (la stessa che veniva sfruttata dallo standard DVB-T) alla rete 5G, ossia quella che viene utilizzata per la connettività degli smartphone e tablet di ultima generazione (questo nuovo tipo di connettività più veloce sta affermandosi via via sempre più sostituendo di, fatto, la connessione 4G).

Viste le premesse di cui sopra, il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) ha stabilito un calendario per lo “switch off” (così viene solitamente definito il passaggio al nuovo standard di trasmissione digitale terrestre che avverrà tra il 2021 e il 2022). Il primo “grande” cambiamento avrà inizio a partire dal 15 ottobre 2021. A partire da questa data, infatti, a livello nazionale, le trasmissioni delle emittenti (fatta eccezione per quelle locali che potranno allinearsi qualche tempo dopo) avverranno esclusivamente con il formato di codifica MPEG-4 (e non più con il formato MPEG-2).

Ciò significa che, pur rimanendo in vigore (in diverse regioni) lo standard DVB-T, televisori e decoder DTT saranno in grado di ricevere solo i canali HD. Fin da adesso puoi verificare se il tuo televisore o il tuo decoder riceve questi canali digitando 501 sul telecomando e “andando avanti” progressivamente (502, 503, 504 e così via).

Rai 1 HD

Se non dovessi trovare canali in questo modo, anche effettuando una nuova sintonizzazione di TV o decoder, sarai purtroppo costretto a sostituire l’apparecchio che utilizzi (ti fornirò qualche consiglio al riguardo all’ultimo capitolo del tutorial). Per quanto riguarda il cambio di frequenze dovuto al nuovo standard DVB-T2, le regioni d’Italia sono state suddivise in quattro Aree e per ognuna di esse il Ministero ha previsto un periodo per il cambio.

Il passaggio definitivo al nuovo standard avverrà il 1° gennaio 2023. Se la tua TV o il tuo decoder supportano il DVB-T2 (ti spiegherò come verificarlo più avanti), quindi, nel periodo del cambiamento relativo alla tua regione di residenza ti basterà effettuare una risintonizzazione dei canali per continuare a guardare la TV normalmente (molte TV e decoder effettuano in automatico quest’operazione durante la notte).

Se abiti in un condominio, tuttavia, dato che in queste strutture gli impianti delle antenne sono spesso centralizzati e vengono applicati agli stessi dei filtri relativi alle frequenza non sfruttate, potrebbe essere necessario l’intervento di un tecnico antennista che provveda alla riconfigurazione. In questo caso, ti basta confrontarti con gli altri condomini per verificare l’eventuale verificarsi di problemi generalizzati con l’impianto e agire di conseguenza.

Come sapere se il TV è DVB-T2

Lativù logo

Ora che ne sai di più sul passaggio dal DVB-T al DVB-T2 ti stai chiedendo come verificare se la tua TV o il tuo decoder supportano questo nuovo standard, vero? In tal caso, devi sapere che ci sono diversi metodi per controllare questa specifica e sono tutti piuttosto semplici.

Innanzitutto, va tenuto conto del fatto che, per rendere il passaggio al DVB-T2 meno “brusco”, la legge italiana impone già dal 1° gennaio 2017 la vendita di televisori compatibili con lo standard DVB-T2 HEVC/H.265. Per i televisori privi di questo supporto, la legge stabilisce che siano venduti solo ed esclusivamente abbinati a decoder in grado di ricevere il nuovo segnale digitale terrestre.

Detto questo, dunque, se hai acquistato un televisore o un decoder in Italia a partire dalla suddetta data, è probabile che non avrai problemi di sorta. Anche se hai acquistato un televisore di fascia alta prima del 2017 è probabile che quest’ultimo possa ricevere il segnale DVB-T2. Ad ogni modo, per una verifica ulteriore e fugare così ogni possibile dubbio, puoi procedere controllando se viene fatta menzione di questo standard sulla manualistica inclusa nella confezione di vendita del tuo apparecchio.

Inoltre, proprio sulla confezione, se la tua TV o decoder sono compatibili con il nuovo standard, dovrebbero essere presenti i bollini DVB-T2 HEVC, lativù o lativù 4K (per controllare la lista completa dei televisori con questi bollini, guarda qui). Inoltre, al momento in cui scrivo, dovrebbero essere a breve introdotti sul mercato nuovi decoder muniti di bollino T2. Questi marchi stabiliscono che il dispositivo che si utilizza è conforme agli standard del nuovo digitale terrestre.

Se non sei in possesso della manualistica o della confezione della tua TV, controlla il retro del tuo dispositivo dove è riportato, di norma, il nome del modello e procedi digitando le frasi chiave [nome modello e marca TV] o [nome modello e marca TV] specifiche oppure ancora [nome modello e marca TV] DVB-T2 HEVC su Google. I primi (o direttamente il primo) risultati della ricerca dovrebbero includere la pagina Web ufficiale del sito del produttore della TV.

Ti basta aprire la suddetta pagina e visionare una scheda che dovrebbe chiamarsi Specifiche (o Caratteristiche tecniche) per controllare quanto viene riferito in merito alla voce Sintonizzazione (o Trasmissione). Infine, puoi provare anche con una verifica “diretta”: una volta acceso il televisore digita 100 o 200 sul telecomando.

Test HEVC Main10

Se ti vengono mostrati dei canali test di Rai e Mediaset (con una schermata che riporta la voce Test HEVC Main10, allora, non dovresti avere alcun tipo di problema per il futuro. Devi sapere, infatti, che le due emittenti in questione stanno trasmettendo questi canali di prova da qualche tempo a seguito di una direttiva del Ministero dello Sviluppo Economico.

Ad ogni modo, se dopo aver digitato 100 o 200 sul telecomando ti dovesse venire mostrata una schermata nera o non dovesse venir mostrato alcun canale, non disperare: la tua TV potrebbe comunque essere compatibile con il nuovo standard ma non con la codifica HEVC Main10 (ossia a 10 bit, quest’ultima determina la massima qualità dello standard di trasmissione).

In questo caso, potresti essere comunque in grado di ricevere il nuovo segnale digitale terrestre anche per diverso dopo il cambio di frequenze (non è ancora certo, infatti, se il formato di codifica a 10 bit sarà reso imprescindibile per la ricezione dei canali, ad esempio potrebbe essere anche sufficiente il formato 8 bit dei televisori meno recenti). Per saperne di più su queste procedure ti rimando al mio tutorial su come capire se la TV supporta il DVB-T2.

In caso di problemi

Decoder

Hai provveduto a effettuare le verifiche che ti ho consigliato nel capitolo precedente e sei certo che la tua TV (o il decoder collegato ad essa, qualora la TV non sia dotata di un sintonizzatore digitale terrestre integrato) non è compatibile con il DVB-T2? Se le cose stanno veramente così, allora dovrai necessariamente considerare l’acquisto di un televisore o un decoder che supportino tale formato di trasmissione.

Devi sapere, comunque, che la spesa che ciò implica può essere in qualche modo “ridotta”. Il Governo italiano, attualmente, prevede degli incentivi per la sostituzione di TV o decoder. In sostanza, si ha diritto a uno sconto fino a 50 euro sull’acquisto dei dispositivi compatibili con il nuovo standard. Il MISE ha fornito una lista ufficiale di tutti i prodotti ritenuti idonei, puoi consultarla cliccando qui.

Il bonus di cui ti parlo sarà in vigore (salvo proroghe) fino al 31 dicembre 2022. Al momento, i requisiti per richiederlo sono l’essere residenti in Italia e essere appartenenti alla I o II fascia ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). In altre parole, il tuo reddito annuale (quello totale, non solo quello lavorativo) o quello del nucleo familiare a cui appartieni non deve superare i 20.000 euro. Inoltre, lo sconto può essere richiesto per un solo dispositivo.

Attualmente, ad ogni modo, il Decreto Sostegni prevede uno sconto (utilizzabile per gli stessi fini) da 100 euro senza limitazioni di ISEE. Tuttavia, al momento in cui ti scrivo, manca ancora la pubblicazione del decreto attuativo da parte del MISE e resta, pertanto, in vigore il bonus di cui ti ho accennato poc’anzi. Per tutti gli altri dettagli al riguardo ti rimando al mio tutorial su come richiedere il bonus TV, in cui ti ho spiegato anche come usufruire del bonus sulla rottamazione del vecchio TV, con uno sconto del 20% (fino a un massimo di 100 euro) sul prezzo d’acquisto di un nuovo televisore.

Detto questo, se la tua intenzione è mantenere il televisore che utilizzi normalmente, puoi considerare l’acquisto di un decoder che supporti il nuovo standard. Questi dispositivi possono essere collegati alla TV tramite presa HDMI o SCART (quest’ultima è l’entrata disponibile sui modelli di TV particolarmente datati).

Inoltre, sono piuttosto diffusi sul mercato anche decoder che permettono di connettersi a Internet dandoti la possibilità di accedere ai contenuti di piattaforme quali RaiPlay e Mediaset Infinity. Diversi decoder dispongono anche di funzione di registrazione e riproduzione multimediale tramite supporto USB.

I prezzi variano, in genere, da circa 20 euro a circa 60 a seconda delle funzioni supportate, gli ingressi ed eventuali sistemi operativi inclusi. Per eventuali consigli sull’acquisto e delucidazioni specifiche dai pure un’occhiata al mio tutorial su quale decoder digitale terrestre comprare. Se, invece, sei più propenso all’acquisto di una nuova TV, ti ho parlato di quelle che ritengo le soluzioni più valide in questa guida.

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Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.