Come caricare batteria smartphone senza telefono
Rovistando nei cassetti della tua scrivania, hai recuperato la batteria di riserva dello smartphone che sei solito utilizzare per le chiamate di emergenza; fatta questa inaspettata (quanto gradita) scoperta, hai pensato di servirti di entrambe le batterie per non lasciare mai il telefono a secco di energia. Il problema, però, è che non puoi ricaricarle contemporaneamente tramite lo smartphone, pertanto hai aperto Google alla ricerca di una guida che ti spiegasse come caricare batteria smartphone senza telefono, finendo proprio sul mio sito.
Ebbene, sono ben lieto di comunicarti che questo è proprio il posto giusto da cui partire: nelle righe a venire, infatti, ti metterò al corrente di alcune valide tecniche per fornire alimentazione a una batteria esterna, senza però affidarsi al telefono che dovrebbe contenerla. Ti assicuro che, in un modo o nell’altro, una soluzione la troverai.
Dunque, armato di pazienza e buona volontà, mettiti bello comodo e leggi tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento: le probabilità che tu riesca a identificare e mettere in pratica la soluzione più adatta al tuo caso sono decisamente alte, parola mia! Detto ciò, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e buona fortuna.
Indice
Informazioni preliminari
Come ti avevo promesso già nelle battute iniziali, sono qui per darti una mano e aiutarti a caricare la batteria del tuo smartphone senza affidarti al telefono da cui essa proviene ma, prima di andare avanti, ritengo doveroso darti delle importanti delucidazioni al riguardo. Innanzitutto, la guida si intende mirata alle batterie rimovibili, cioè quelle che possono essere estratte semplicemente sollevando la cover posteriore del telefono. Ti sconsiglio fortemente, invece, di smontare un telefono dotato di batteria fissa e rimuoverla dal suo naturale sito: potresti peggiorare il danno e rendere smartphone e batteria del tutto inutilizzabili.
Ad oggi, le batterie dei telefoni sono progettate per essere ricaricate attraverso i classici caricabatterie con cavo, le docking station (cioè degli apparecchi in cui inserire per intero il telefono e “agganciarlo” tramite gli appositi connettori) o, in alternativa, tramite i cosiddetti caricabatterie QI, quelli in grado di ricaricare la batteria senza filo: tali apparati sono dotati di precisi valori di voltaggio, amperaggio e trasferimento di energia, ed è per questo motivo che possono ricaricare con successo le batterie per cui essi sono progettati.
Le tecniche che andrò a proporti, invece, si basano su dei “trucchetti” (come l’impiego di caricabatterie universali, per esempio) in grado di offrire una soluzione temporanea, ma che, a lungo andare, potrebbe risultare non sufficiente: ad esempio, potrebbe capitare che un apparecchio di ricarica universale non riesca a fornire la giusta energia alla batteria in questione, lasciandola carica soltanto per metà.
Inoltre, il potenziale impiego di soluzioni “fai da te”, come quella di fornire energia alla batteria collegando direttamente i poli a una fonte di elettricità, potrebbe provocare danni a cose o persone, per cui dovrebbe essere messa in pratica soltanto se si è pienamente consapevoli di ciò che ci si appresta a fare, e se si dispone delle giuste nozioni pratiche per procedere in tutta sicurezza (e io non mi assumo alcuna responsabilità al riguardo, sia ben chiaro).
Non è affatto mia intenzione scoraggiarti, esistono buone possibilità che tutto fili liscio come l’olio, ma è giusto che tu sia consapevole dei possibili problemi a cui potresti andare incontro.
Come caricare la batteria dello smartphone senza telefono
Fatte le più che doverose premesse, è arrivato il momento di passare all’azione e spiegarti, nel concreto, come caricare la batteria dello smartphone senza telefono o, quantomeno, senza utilizzare il “classico” caricabatterie da collegare all’apposita porta.
Utilizzare un caricabatterie universale
Se hai a disposizione una batteria esterna, sia essa rimossa da uno smartphone che non funziona più o di riserva, potresti fornirle energia attraverso un caricabatterie universale: questi dispositivi, grazie a un meccanismo che permette di spostare la distanza dei connettori e di regolare automaticamente voltaggio e amperaggio, possono offrire carica a un gran numero di batterie agli ioni di litio, incluse quelle per numerosi smartphone.
Per servirtene, tutto ciò che devi fare è collegare il caricabatterie alla corrente, intervenire sui connettori per adattarli alla batteria che possiedi e, infine, inserire quest’ultima all’interno, facendo bene attenzione a far coincidere i poli di ricarica. I caricabatterie universali non hanno un prezzo elevato e possono essere acquistati nei negozi dedicati all’elettronica, oppure online: di seguito te ne propongo alcuni tra i migliori.
Se la batteria che intendi ricaricare proviene da uno smartphone non recentissimo, dotato di batteria rimovibile e il cui successo sul mercato è stato notevole, potresti inoltre avere la fortuna di trovare dei caricabatterie simili, specifici però per i dispositivi appartenenti a un preciso produttore. Di seguito ti mostro alcune soluzioni dedicate ai vecchi smartphone Samsung e Wiko.
Utilizzare un caricabatterie wireless
Se il tuo problema non è collegato propriamente all’assenza del telefono, ma a un caricabatterie o a un connettore USB (o Lightning) difettoso, potresti dare un’opportunità alla ricarica wireless o Qi: questa tecnologia permette di trasferire energia dalla base di ricarica (il caricabatterie wireless) alla batteria utilizzando il principio dell’induzione. Ciò significa che, se disponi di uno smartphone compatibile, puoi fornire energia alla batteria semplicemente poggiandola sull’apposito caricabatterie, il quale dev’essere stato preventivamente collegato all’energia elettrica, ottenendo prestazioni pari a quelle riscontrabili con la ricarica tramite cavo.
Ad oggi, numerosi smartphone appartenenti alla fascia alta del mercato (come iPhone XS, iPhone XR, Huawei Mate 20 Pro, Samsung Galaxy Note 9, S9, S10 e S10+, Sony Xperia XZ3 e Xiaomi Mi Mix 2S, tanto per citartene alcuni) dispongono di funzionalità di ricarica wireless; spesso, però, il dispositivo di ricarica non viene fornito a corredo dello smartphone, per cui, in caso di danneggiamento del connettore USB, questa soluzione viene considerata poco o niente.
Ad ogni modo, le basi di ricarica wireless hanno un prezzo abbastanza contenuto e possono essere acquistate presso i negozi specializzati in articoli per cellulari, oppure online.
Anker Pad di ricarica wireless da 10 W, caricatore wireless 313 (Pad) ...
Se lo desideri, puoi utilizzare la ricarica wireless anche su smartphone che, nativamente, non la prevedono: questo risultato può essere ottenuto utilizzando un apposito ricevitore wireless, da collegare al telefono tramite la porta USB/Lightning (quella in cui inserisci anche il classico caricabatterie, per intenderci). A collegamento avvenuto, devi semplicemente posizionare la piastra-ricevitore sul retro del telefono e poggiare il dispositivo sul caricabatterie wireless, lasciando la piastrina a contatto diretto con la superficie dello stesso.
Se dovessi decidere di adottare questa soluzione, accertati che il ricevitore che ti appresti ad acquistare sia dotato del connettore più adatto allo smartphone che ti interessa ricaricare: microUSB, USB C o Lightning.
Utilizzare un altro smartphone
Se non hai trovato un caricatore compatibile con la batteria di cui disponi, una buona soluzione sarebbe quella di inserirla in uno smartphone uguale a quello da cui essa proviene: devi sapere, infatti, che le batterie esterne possono essere comodamente spostate da un telefono all’altro, a patto che i due dispositivi siano esattamente dello stesso modello (salvo poche eccezioni, riguardanti telefoni particolarmente obsoleti).
Dunque, molto semplicemente, ciò che devi fare è installare la batteria nel “secondo telefono” e collegarlo al suo caricabatterie: nella maggior parte dei casi, riuscirai così a ottenere il risultato sperato.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.