Come collegare in ear monitor al mixer
Hai da poco acquistato degli auricolari in-ear monitor da utilizzare per le tue sessioni di registrazione in studio, oppure come supporto durante le esibizioni live per far sì che i vari strumentisti che compongono la tua band possano ascoltare meglio il mix di suoni da loro prodotto, una eventuale base musicale o, ad esempio, anche il clic del metronomo.
Non avendo mai adoperato prima d'ora questo dispositivo, però, non hai ancora le idee chiare su come collegare in ear monitor al mixer e ottenere una configurazione ottimale rispetto alle tue esigenze di utilizzo. Beh, se le cose stanno così, posso senz'altro darti una mano io per questa occorrenza fornendoti delle linee guida di riferimento che sono certo ti saranno di aiuto per realizzare una corretta gestione dei segnali audio.
Prima di cominciare, però, ci tengo a precisare che molto dipende anche dall'attrezzatura di cui disponi, a partire dalla tipologia di IEM in tuo possesso e dalle interfacce di cui il mixer è dotato. Cercherò, ad ogni modo, di fornirti dei suggerimenti ad hoc rispetto a differenti scenari di impiego. Ora, dunque, direi di passare sùbito ai fatti; ti auguro pertanto buona lettura e buon divertimento con il tuo impianto in ear monitor.
Indice
Come si collega in ear monitor al mixer
Come potrai verificare tu stesso a breve, non è assolutamente difficile capire come si collega in ear monitor al mixer; per consentirti una lettura ancora più agevole, ho realizzato appositi capitoli dedicati alle operazioni da effettuare per impostare una configurazione base relativa all'utilizzo sia di un sistema IEM wireless, sia di un impianto cablato. Naturalmente, più la tua dotazione tecnologica sarà evoluta e professionale, maggiori saranno le opzioni che avrai a disposizione per personalizzare il mix.
Ad ogni modo, il primo passaggio che devi necessariamente effettuare è quello di verificare la tipologia di uscite di cui è dotato il mixer: considera, infatti, che alcuni di questi dispongono di canali dedicati, contrassegnati dalla dicitura Monitor Out (o MON OUT).
Puoi altresì adoperare gli output AUX SEND disponibili nell'apposita sezione della console, posti in molti casi sul lato posteriore del dispositivo. Così facendo, qualora dovessero essere presenti più uscite di questo tipo, avrai modo di inviare dei mix personalizzati ai singoli musicisti, indipendenti rispetto al missaggio principale collegato a sua volta agli altoparlanti o ad altri eventuali sistemi audio.
In molti casi, queste uscite sono predisposte per l'utilizzo di un connettore bilanciato XLR, soluzione particolarmente affidabile e robusta. Questo è composto da un cilindro di metallo al cui interno sono presenti tre contatti, e da un sistema di bloccaggio. In alternativa, potrebbe essere presente un ingresso TRS che permette di accogliere un apposito spinotto da 6.35 mm, o un'interfaccia combo in grado di accettare entrambe le tipologie di collegamento.
IEM wireless
Una volta individuate le interfacce idonee del mixer e aver eseguito il primo collegamento, se disponi di un sistema IEM wireless, connetti l'altra estremità del cavo alle entrate IN del relativo trasmettitore.
Anche in questo caso, verifica bene prima la tipologia di ingresso: potresti dover acquistare un cavo XLR/Jack compatibile con le interfacce dei due dispositivi in gioco, o un adattatore idoneo.
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Provvedi poi ad accendere la centralina di trasmissione per stabilire la connessione wireless fra quest'ultimo e il bodypack, al quale saranno a sua volta collegati agli auricolari. Scegli quindi, ove possibile, se utilizzare la modalità di trasmissione in mono o in stereo, in base a come ti trovi meglio.
A questo punto, intervieni sul mixer per gestire i volumi, aumentandoli lentamente, e fai altrettanto con gli altri parametri di equalizzazione dei vari strumenti ad esso collegati, assicurandoti che siano ben miscelati.
Utilizza ove disponibili i potenziometri AUX SEND dei singoli canali per controllare il livello di uscita di ogni mandata, e agisci sulle apposite manopole del ricevitore al fine di ottenere un suono ben equilibrato, in grado di incontrare il gradimento di ogni musicista.
Quella appena descritta è una configurazione di base che può essere ulteriormente personalizzata in funzione della tipologia di kit IEM a tua disposizione. Ad esempio, se il trasmettitore dispone di due ingressi, potrai anche decidere di inviare due mix mono separati a due differenti musicisti, permettendo a questi di scegliere come impostare il direzionamento nei canali di destra e sinistra sul ricevitore.
L'utilizzo di un mixer digitale apre a sua volta a diversi scenari di utilizzo, particolarmente interessanti e funzionali. Tale soluzione, infatti, fa sì che ciascun musicista possa avvalersi dell'app fornita dal produttore della console sul proprio smartphone o tablet per personalizzare l'esperienza di utilizzo.
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Dopo un prima impostazione volta a etichettare i vari canali di entrata e di uscita, la suddetta applicazione consentirà a ogni utente di gestire il proprio mix personale intervenendo sui selettori virtuali relativi all'output che gli è stato assegnato, e di salvare le scene già predisposte per gli utilizzi futuri.
Qualora dovessi riscontrare dei problemi di ascolto una volta terminata la configurazione, ti consiglio di eseguire alcune particolari verifiche specifiche per i sistemi radio: in primo luogo, dunque, controlla che risultino selezionati i canali corretti e che non vi siano conflitti nelle frequenze.
Generalmente, se hai acquistato un kit IEM a radiofrequenze, le troverai già preimpostate in maniera opportuna, ma qualora dovessero essere presenti più sistemi autonomi, o ad esempio dei microfoni per cantare wireless aggiuntivi, potrebbe essere necessario intervenire su questo aspetto effettuando una scansione dell'ambiente. Alcuni prodotti dispongono di un'apposita funzione nel trasmettitore e/o nel ricevitore che ti permetterà di individuare facilmente un canale “pulito”.
In secondo luogo, assicurati che non vi siano ostacoli fisici nella trasmissione del segnale, ed eventualmente, se possibile, rimuovili, oppure spostati e avvicinati gradualmente al trasmettitore fino a trovare un posizionamento ideale.
Infine, puoi anche utilizzare le cuffie per ascoltare e controllare come viene gestito il routing dell'audio in ogni dispositivo della catena, a partire dal mixer, avvalendoti degli appositi ingressi di cui questi sono normalmente dotati.
IEM cablato
Alcuni strumentisti che non hanno molta possibilità di muoversi sul palco o in sala di registrazione, come batteristi e tastieristi, essendo vincolati alla loro postazione in molti casi prediligono l'utilizzo di un sistema in ear monitor cablato, sia per questioni di budget, sia perché questo, sotto diversi aspetti, potrebbe risultare più affidabile e facilmente gestibile.
Ebbene, in questo caso ci sono alcuni accorgimenti che è possibile adottare per ottimizzare il collegamento al mixer. Fermo restando che, dunque, le uscite della console di missaggio restano le stesse di cui ti ho parlato nel capitolo precedente (ovvero MONITOR OUT o AUX SEND), tieni conto del fatto che in una configurazione minima sarà opportuno dotarsi anche di un amplificatore per cuffie portatile.
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Il cavo XLR o TRS proveniente dal mixer andrà quindi collegato al relativo ingresso del dispositivo bodypack in questione, grazie al quale potrai gestire un monitoraggio personale del volume e anche di altre caratteristiche specifiche del suono.
In alternativa, è possibile utilizzare un piccolo mixer aggiuntivo: la mandata proveniente dalla console di missaggio principale andrà quindi collegata a uno degli ingressi LINE IN ivi presenti. Intervenendo sui selettori relativi al canale prescelto, sarà così possibile gestire puntualmente l'equalizzazione.
Qualunque sia la scelta da te operata, andranno ovviamente collegate le cuffie tramite il relativo jack da 3,5 mm, utilizzando ove necessario un apposito adattatore per renderlo compatibile con un eventuale ingresso per spinotti da 6,3 mm.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.