Come collegare un hard disk interno al PC tramite USB
Hai sostituito l’hard disk del tuo computer con un SSD o un disco più grande e ora non sai come “riciclare” la vecchia unità di memoria rimossa dal PC? Beh, anziché lasciarla lì in un cassetto, potresti provare a riutilizzarla come unità USB esterna, così da avere un dispositivo di backup o un disco dati su cui spostare i file più grandi o i documenti da conservare con cura.
Come dici? Questa idea inizia a stuzzicarti e vorresti applicarla? Perfetto, allora lascia che ti dia una mano a raggiungere quest’obiettivo! Nelle righe seguenti, avrò cura di spiegarti per filo e per segno come collegare un hard disk interno al PC tramite USB utilizzando una serie di strumenti facilmente reperibili. Se temi che realizzare un disco esterno sia difficile, dovrai presto ricrederti: in molti casi, è sufficiente acquistare un apposito case o un adattatore, inserire il disco al suo interno e collegare il tutto al computer tramite il cavo USB.
Dunque, senza attendere un attimo in più, ritaglia un po’ di tempo libero per te e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da spiegarti su quest’argomento: sono sicuro che, al termine di questa guida, sarai perfettamente in grado di riutilizzare il vecchio disco interno del tuo PC di cui, comunque, non avresti avuto intenzione di disfarti. Detto ciò, non posso fare altro che augurarti buona lettura e buon divertimento!
Indice
Informazioni preliminari
Prima di procedere con l’acquisto di case esterni o altri dispositivi simili, è necessario fare chiarezza riguardo la differenza tra i dischi fissi presenti all’interno dei computer desktop e quelli progettati per i portatili, poiché essi sono strutturalmente diversi.
Sui computer fissi, i dischi possono presentarsi con il fattore di forma da 3,5 pollici: in questo caso, l’hard disk ha le fattezze di un’unità massiccia di dimensioni ragguardevoli. I pollici indicano, in questo caso, il diametro del piatto contenuto all’interno del disco e non le dimensioni della scocca.
Sui notebook, invece, i dischi fissi adottano il fattore di forma da 2,5 pollici: all’atto pratico, si tratta di dischi decisamente più piccoli e sottili rispetto a quelli che, in genere, vengono installati sui computer fissi. Ciò non toglie, tuttavia, che un disco da 2.5 pollici non possa essere impiegato anche su un computer desktop: per esempio, i moderni dispositivi a stato solido (SSD) si presentano sempre con questo fattore di forma e possono essere utilizzati anche sui PC fissi (all’occorrenza, utilizzando un adeguato adattatore, essi possono essere anche fissati negli alloggiamenti per i dischi da 3,5 pollici).
Nelle battute successive di questa guida ti mostrerò i case, le docking station e gli adattatori disponibili sia per i dischi da 3,5 pollici che per quelli da 2,5 pollici; tieni presente che, alle volte, un adattatore per hard disk da 3.5 pollici può contenere agevolmente anche dischi più piccoli di dimensioni; chiaramente, però, non vale il discorso inverso.
Altra caratteristica che devi prendere in considerazione è lo standard USB supportato dal dispositivo, che influisce sulla velocità di trasferimento dati massima che si può raggiungere con lo stesso. Gli standard USB più diffusi sono quelli USB 2.0 (480 Mbps teorici), USB 3.0/USB 3.1 Gen 1/USB 3.2 Gen 1 (5 Gbps teorici), USB 3.1/USB 3.1 Gen 2/USB 3.2 Gen 2 (10 Gbps teorici) e USB 3.2/USB 3.2 Gen 2×2 (20 Gbps teorici). I connettori, poi, possono essere di tipo USB-A (quindi in formato USB standard) oppure USB-C (più piccolo e che può essere inserito in entrambi i versi).
Case esterno per hard disk
Sicuramente, la tecnica più semplice per collegare un hard disk interno al PC tramite USB prevede l’uso di particolari “case” specifici, chiamati anche HDD enclosure.
All’atto pratico, si tratta di piccoli contenitori in cui inserire il disco fisso, dotati di speciali connettori per consentire il trasferimento dati (e, a volte, l’alimentazione elettrica) attraverso il cavo USB; per i dischi più piccoli, in genere, l’elettricità fornita dalla porta USB (meglio se in versione 3.0, cioè dotata di un connettore dall’interno blu) è più che sufficiente per fornire alimentazione elettrica; per i dischi più grandi, invece, potrebbe essere presente un alimentatore separato, da collegare necessariamente a una fonte di elettricità esterna (ad es. una presa di corrente a muro).
Questi case possono essere acquistati nei migliori negozi di articoli informatici, oppure online; di seguito te ne suggerisco alcuni adatti ai dischi da 3.5 pollici.
Salcar USB 3.0 Enclosure per disco rigido esterno per 3.5 pollici SATA...
UGREEN Case Esterno Hard Disk SATA 3.5" 20TB, Case SSD SATA USB 3.0 co...
Se, invece, disponi di un disco da 2.5 pollici, potresti utilizzare uno degli enclosure che ti propongo qui sotto.
UGREEN Case Esterno per Disco Rigido 2.5" USB 3.0 UASP 5Gbps Case Hard...
SABRENT Case SSD/HDD Hard Disk Esterno da SATA 2.5'' a USB 3.2 Gen 1, ...
Oltre che al fattore di forma del disco che ti appresti a “riciclare”, presta bene attenzione alle porte USB disponibili sul computer; in genere, sui computer desktop sono presenti le porte USB “standard”, cioè quelle di tipo A che sei abituato a vedere; su alcuni modelli di portatili, come i MacBook per esempio, sono, invece, disponibili le sole porte USB di tipo C, più piccole e che supportano l’inserimento del cavo in entrambi i versi.
In quest’ultimo caso, dovrai fare attenzione a scegliere un enclosure dotato di questo tipo di connessione: di seguito te ne elenco alcuni disponibili online.
ElecGear USB C 3.1 Gen2 Case Esterno per Disco Rigido 2.5" da 7mm a 15...
Una volta installato il disco all’interno dell’enclosure, è sufficiente collegare l’apparecchio al computer tramite il cavo USB proveniente dal case, fornire alimentazione elettrica, se previsto, dopodiché bisogna accendere il disco intervenendo sull’apposito interruttore, se necessario, e gestirlo esattamente come se fosse una comune chiavetta USB o un disco esterno.
Docking station
Se hai la necessità di collegare al computer molteplici dischi e l’enclosure ti risulta piuttosto scomodo, puoi, invece, utilizzare una docking station: questi apparecchi si connettono al computer tramite il cavo USB e necessitano di alimentazione elettrica dedicata, poiché, al bisogno, possono essere utilizzate anche con più dischi contemporaneamente. Su alcuni modelli, alla connessione tramite USB si aggiunge la possibilità di sfruttare la tecnologia eSATA: questo tipo di collegamento, sui computer compatibili, fornisce una maggiore velocità di trasferimento dei dati. Tra queste sicuramente vale la pena menzionare la Techly Docking Station SSD Dual-Bay.
Se hai spesso la necessità di copiare dati su degli SSD interni o di clonare unità di questo tipo, magari perché intendi clonare sistema operativo e dati per passarli da un PC all'altro, la Docking Station SSD Dual-Bay di Techly potrebbe tornarti molto utile. Si tratta, infatti, di un dispositivo molto compatto ed elegante (è progettato in lega di alluminio con un design verticale che agevola la dissipazione del calore) che consente di leggere e scrivere contemporaneamente su SSD M.2 NVMe PCIe e SATA ad altissime velocità e senza dover passare necessariamente per un PC. La sua caratteristica chiave è lo switch clone, mediante cui è possibile duplicare un SSD M.2 SATA in M.2 NVMe e viceversa, in modo semplice e veloce (con prestazioni fino a 10 Gbps), anche in questo caso senza la necessità di utilizzare un PC.
È possibile utilizzare SSD M.2 M-Key e M+B Key (22110/2280/2260/2242/2230) fino a 2TB e collegare dispositivi come PC, smartphone, tablet, Smart TV e console per videogiochi mediante la porta USB-C posteriore. Viene fornita con due cavi: uno da USB-C a USB-C USB 3.2 Gen2 e uno da USB-C a USB-A. La velocità di trasferimento dati arriva a 10 Gbps con cavo USB-C a USB-C e a 5 Gbps con cavo da USB-C a USB-A. Inoltre, il dispositivo supporta il protocollo di accelerazione UASP che può far funzionare gli SSD NVME in modo più rapido e stabile.
Il suo funzionamento è estremamente semplice: per la clonazione degli SSD basta posizionare le unità negli appositi slot e tenere premuto il tasto di clonazione (ovviamente dopo aver collegato la Docking Station all'alimentazione e averla accesa): dei LED di stato indicheranno quando la procedura sarà giunta a compimento. Per la connessione a PC (Windows, Mac o PC con Linux, la compatibilità è trasversale), smartphone, tablet e altri device basta usare i cavi in dotazione. Insomma, non c'è bisogno di effettuare installazioni o configurazioni complicate.
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Adattatore
In alternativa alle docking station e ai case esterni, puoi servirti anche di semplici adattatori SATA-USB, che permetto di collegare subito il disco al computer senza la necessità di “smanettare” con gli sportellini degli enclosure, né l’esigenza di avere una docking station.
Questi semplici adattatori si collegano ai contatti SATA posti sul retro dei dischi fissi o degli SSD e dispongono, nell’altra estremità, di un semplice connettore USB. Come succede per i case e le docking station, anche gli adattatori possono richiedere una fonte di alimentazione elettrica aggiuntiva, in particolare se usati con dischi di taglio maggiore, quindi più esosi dal punto di vista elettrico.
Gli adattatori SATA-USB possono essere acquistati nei più forniti negozi di articoli informatici, oppure online; anche in questo caso, ricorda di controllare il tipo di porta USB disponibile sul tuo computer (USB-A o USB-C) e regola l’acquisto di conseguenza.
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L’utilizzo di un adattatore non si discosta molto da quanto visto finora: una volta collegato il disco, connetti l’intero apparecchio all’alimentazione elettrica, se necessario, e poi a una porta USB libera del computer. A partire da questo momento, puoi gestire il disco come se fosse una semplice chiavetta USB o un hard disk esterno “di serie”.
Articolo realizzato in collaborazione con Manhattan Shop.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.