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Come dichiarare crypto

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Hai degli investimenti in crypto che ti hanno fruttato qualcosa, li hai ritirati e ti sei dato allo shopping selvaggio godendoti i frutti delle tue speculazioni, cosa buona giusta. Il problema è che si avvicina il momento della dichiarazione dei redditi e tu non sai proprio come dichiarare crypto, dico bene?

Si pagano le tasse? Sì, ma quante? Anche laddove ho perso? Ma ho ottenuto appena 100 euro, devo davvero perdere un pezzo di questa cifra così piccola? Piano con le domande, ho intenzione di fare chiarezza su questi e su ogni altro genere di dubbio tu possa avere, dammi solo qualche minuto di tempo per spiegarti la situazione.

Qui di seguito ti darò tutte le indicazioni riguardo alle tasse e a quanto potresti doverne pagare, mostrandoti anche tutte le casistiche per le quali non dovrai sborsare un singolo centesimo. Basta chiacchiere, i soldi non sono qualcosa sul quale perdersi in convenevoli, sono certo tu voglia sentire più sostanza quindi, iniziamo!

Indice

Come dichiarare crypto in Italia

crypto

Iniziamo a vedere come dichiarare crypto in Italia, quindi come dovrai dichiarare crypto 730 nel tuo prossimo rendiconto fiscale. Ti dico fin da subito che non è difficile se hai una manciata di crypto molto ridotta e non fai molti scambi, ma che potrebbe servirti un buon commercialista se invece sei qualcosa di più vicino a un trader.

Prima cosa, sì! Devi dichiarare le tue crypto in qualunque caso, anche perché di base c'è una imposta di bollo dello 0,2% sul valore di tutte le criptovalute detenute sui tuoi wallet o nei tuoi conti sugli exchange. Questo include tutte le crypto quali Bitcoin o le varie altcoin, ma anche altri asset come le stablecoin. Non solo, in questo calderone finiscono anche le crypto impegnate in attività di staking, oltre che asset illiquidi come gli NFT.

Per racchiudere tutto in una frase, fai un bel totale di tutto il controvalore che possiedi in crypto e paga lo 0,2% di questa cifra come imposta di bollo. Ricorda, questa si paga in qualunque caso, non importa se sei in attivo, passivo, se hai le crypto su un wallet privato o un NFT nel metaverso. Questo calcolo lo devi fare al 31 dicembre dell'anno al quale fa riferimento la tua dichiarazione dei redditi, quindi quello appena trascorso. Alcuni exchange calcolano e pagano automaticamente l’imposta su ciò che si possiede sull’exchange (informati bene su questo aspetto).

Chiarito questo, andiamo a vedere se e come dovrai pagare le tasse sul capitale guadagnato, termine molto importante. Tu non devi pagare le tasse su un capitale per il quale hai già pagato una tassa. Facciamo un esempio per capire meglio: se hai messo da parte negli anni 10.000 euro di risparmi e, per investimento, decidi di convertirli in 10.000 di bitcoin, fino a che il tuo investimento rimane entro i 10.000 euro o inferiore, non sei tassabile (imposta di bollo a parte).
La ragione di ciò è semplice: quei soldi guadagnati sono già stati tassati, quindi poco importa se siano in euro, dollari o bitcoin. Inoltre, anche se quell'investimento si trasformasse in un controvalore di 10.000.000 di dollari, tu non dovrai pagare tasse (imposta di bollo a parte), fino a che non venderai il capitale realizzando un guadagno.

La tassa in questione, che riguarda tutti gli investimenti (salvo quelli in BTP), prevede che si paghi il 26% dell'ammontare del capitale guadagnato da un investimento. Questo vale a dire che, se hai investito 10.000 euro e hai venduto a 20.000 euro, dovrai pagare il 26% di 10.000 euro, ovvero 2.600 euro in tasse.

Notare bene che questa tassa si applica solo se vendi, realizzando il profitto. Qui però sorge un ulteriore dubbio, ovvero cosa si consideri come vendita. Una vendita è quando passi da una moneta volatile a una stabile, indipendentemente da quale essa sia (per semplificare il concetto).

Se vendi Bitcoin per euro, hai realizzato una vendita. Se vendi Bitcoin per una stablecoin (USDT/USDC o similari), hai realizzato una vendita. Se vendi Bitcoin per Ethereum, non hai realizzato una vendita e non sei tassato su quel cambio. Ci sono però tutta una serie di casistiche per le quali non devi pagare tasse, che meritano un discorso separato e che ti consiglio di leggere.

Come non dichiarare crypto

tasse

Se vuoi sapere come dichiarare criptovalute, immagino tu voglia anche sapere come non dichiarare crypto, giusto? Piccolo disclaimer assolutamente necessario, devi sempre dichiarare le crypto, anche perché l'imposta di bollo si paga in qualunque caso, ma non significa tu debba pagarci delle tasse, oltre sempre quello 0,2%.

Se tu vendi verso un asset stabile e realizzi un profitto, però, devi dichiarare, giusto? Dipende. Infatti devi dichiarare solo se il profitto totale realizzato nell'anno in corso supera i 2.000 euro. Se invece è inferiore a questa cifra (ricorda che non è quello che ti metti in banca), non sei tenuto a pagare alcuna tassa.

Inoltre, c'è un altro punto cruciale in tutto questo: se realizzi delle perdite (quindi vendi in perdita) un asset e vendi in attivo un altro asset, tu puoi compensare la perdita scalando la cifra dai guadagni. Per fare un esempio pratico, hai investito 10.000 euro in Bitcoin e 10.000 in Ethereum, il tuo controvalore di Bitcoin adesso è 20.000 euro, quindi +10.000 euro e decidi di vendere. Dall'altra, però, Ethereum è crollato e il tuo controvalore adesso è di appena 1.000 euro, quindi decidi di vendere per salvare il salvabile. Plusvalenze e minusvalenze insieme, a questo punto, ti danno un guadagno di appena 1.000 euro, che è sotto la cifra minima di 2.000 euro e quindi non devi dichiararlo.

Attenzione, però, le minusvalenze come le plusvalenze sono tali solo se vendi verso asset stabili! Se hai il portafoglio tutto in rosso ma continui a tenere o scambi solo tra crypto volatili, mentre incassi sull'unica che era in profitto per un guadagno totale superiore a 2.000 euro, dovrai dichiarare questa plusvalenza!

Confuso tra Quadro RW e Quadro RT? Allora sappi che il Quadro RW per dichiarare il possesso di criptovalute e il Quadro RT per le operazioni che generano plusvalenze o minusvalenze che superano i 2.000 euro all'interno dell'anno fiscale. Facile, no?

Infine, se volessi sapere come dichiarare crypto Binance e come dichiarare Crypto.com o un qualunque altro exchange, il meccanismo è sempre il medesimo. Non cambia nulla dove le hai, a meno che la piattaforma in questione non ti fornisca già i mezzi per pagare le tasse o, perlomeno, dei report accurati (attento che a volte sbagliano e poi paghi tu) da consegnare al commercialista, come, per esempio, Young Platform (del quale ho parlato in questa guida).

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.