Come fare link building
Se hai un progetto che stai portando avanti soprattutto online, ad esempio un blog, un’attività o un’impresa alla quale è collegato un sito Web o un’e-commerce, potrebbe interessarti apprendere qualche tecnica promozionale, per farlo conoscere e crescere. A tal proposito, hai sentito parlare del link building, una strategia di marketing che ha lo scopo di far aumentare le visite in ingresso verso un sito Web, per mezzo di collegamenti che vi riconducono, collocati dentro altre pagine presenti su Internet.
L’argomento potrebbe sembrarti ostico, ma se già “bazzichi” un po’ il mondo digitale e segui le mie indicazioni, vedrai che riuscirai subito a fare tuo il concetto. Nei paragrafi successivi spiegherò cos’è la SEO (l’insieme delle tecniche per ottimizzare un sito per i motori di ricerca), cosa sono, per l’appunto i backlink, come scrivere degli articoli usando delle precise parole chiave, dove recuperarle, come trovare dei canali per fare link building e i costi medi dell’operazione.
A questo punto, se ti sei incuriosito e hai voglia d’imparare come fare link building per cercare di incrementare i guadagni della tua attività, ritagliati qualche minuto di tempo libero, mettiti comodo e scopri quello che ho da dirti sul tema. Ti auguro una buona lettura e ti faccio un in bocca al lupo per tutto!
Indice
- Informazioni preliminari
- Esempi pratici di come fare link building
- Come trovare canali per fare link building
- A cosa prestare attenzione
Informazioni preliminari
Prima di affrontare il lato pratico della questione, devo farti qualche premessa: innanzitutto, per attuare una strategia di link building, devi avere un sito Web. Il tipo di contenuto che tratta tale sito può essere vario, dal blog, alla pagina personale fino all’e-commerce.
Chiaramente, se la piattaforma è per te anche una fonte di guadagno, ha più senso dedicarsi a progettare un sistema di link, i quali avranno lo scopo di funzionare come “porta d’accesso” al tuo sito, per visitatori che intanto stanno navigando su di un altro spazio online.
Ed ecco, così, spiegato anche cos’è la link building, cioè la costruzione di una serie di collegamenti che riconducono alla tua attività, “appoggiandosi” su altre piattaforme in grado d’intercettare lo stesso pubblico, o mercato, a cui pure tu ti rivolgi. Per semplificare brutalmente: ottenere link al proprio sito su altri siti.
Ricorda: la presenza online di contenuti e siti Web ben fatti, col tempo li rende autorevoli, secondo quella che tecnicamente è detta Domain authority (DA). Riuscire a porre dei link su tali siti, che rimandano al tuo, permetterà di ricevere un po’ di quel prestigio. Questo trasferimento di valore, in gergo, si chiama Link juice.
Al contrario, esistono casi di cosiddetta negative SEO, in cui dei malintenzionati progettano attacchi a un sito, facendolo linkare in massa da parte di indirizzi con cattiva reputazione, portando dunque a un potenziale abbassamento della valutazione anche del sito linkato. Bisogna imparare ad avere a che fare — e proteggersi — anche da queste situazioni.
Tornando a noi, la tecnica oggetto di questa guida, cioè la link building, fa parte della SEO: acronimo che, dall’inglese Search Engine Optimization (ottimizzazione per i motori di ricerca) fa riferimento a una serie di procedure che hanno l’obiettivo di ottimizzare, dunque perfezionare, l’indicizzazione e il posizionamento di un sito Web (come potrebbe essere il tuo), su di un motore di ricerca, ad esempio Google. A tal proposito, se vuoi un approfondimento, leggi la mia guida su come indicizzare un sito su Google.
Ti starai chiedendo come può realizzarsi tutto ciò: ebbene, i motori di ricerca hanno dei software specifici, detti crawler o bot, che in maniera molto regolare e automatica analizzano i contenuti presenti su Internet. Qualora quelli correlati a un sito Web soddisfino le caratteristiche richieste dal programma, verranno collocati in una posizione sempre più alta nella SERP di Google. In merito ho scritto una guida che può aiutarti a comprendere come essere in prima pagina su Google, che t’invito a consultare.
La SERP (sigla che sta per Search Engine Results Page) non è nient’altro che la pagina contente i risultati forniti dal motore di ricerca, dopo avergli, in sostanza, posto una domanda (query).
In questo contesto, la SEO ha il compito di fornire al crawler dei contenuti che possa ritenere meritevoli di trovarsi in alta posizione all’interno della SERP. Semplificando parecchio: alcuni di tali contenuti sono rappresentati dai testi, dalle descrizioni e dai link presenti all’interno di un sito Web, oltre che dalla struttura del suo codice.
Le tecniche di ottimizzazione che si riferiscono a questa materia sono chiamate SEO on page e, appunto, restano mirate verso ciò che si trova all’interno di un sito e delle sue pagine. C’è, poi, la SEO off page: il suo scopo, invece, è perfezionare tutto ciò che sta fuori da un sito Web, ma che comunque riconduce ad esso.
Come dici? Una strategia di link building fa parte della SEO off page? Esatto! Sicuramente stai già iniziando a capire come funzionano le cose. Nei capitoli successivi ti spiegherò cosa puoi pianificare, in concreto, per fare in modo che un motore di ricerca individui il tuo sito, e lo posizioni in alto nella SERP. Tutto ciò anche grazie ai link collocati al di fuori di esso, ma che possono condurre gli utenti al suo interno e, quindi, a scoprire i tuoi servizi o prodotti.
Solo un paio di ultime, importanti, precisazioni: la maggior parte delle volte, per far apparire un link che rimanda al tuo sito Web (tecnicamente detto backlink) su di un altro più autorevole, bisogna chiedere un’autorizzazione. Può essere necessario prendere contatto con un webmaster o con un’eventuale sezione specifica che si occupa della gestione dei backlink all’interno dell’azienda a cui fa capo il suddetto sito.
Inoltre, la sistemazione del collegamento ipertestuale ha un costo, che può variare da poche decine di euro fino a cifre, in media, intorno ai 250€ sui siti più importanti e conosciuti.
Esempi pratici di come fare link building
Se non ti sei fatto scoraggiare dai molti termini tecnici e in lingua inglese, di cui ti ho necessariamente dovuto parlare fin qui, adesso puoi entrare nel vivo del tutorial. Dunque tieniti pronto per conoscere alcuni esempi pratici di come fare link building.
Assodato, a questo punto, che hai un sito Web, assicurati che sia anche ottimizzato secondo le tecniche della SEO on page: leggi attentamente il capitolo precedente per capire a cosa mi riferisco. Se non ne sei sicuro o non te la senti d’intervenire tu stesso, consulta un’agenzia SEO o un esperto qualificato del settore. Prima, però, leggi la mia guida su come analizzare un sito Web.
Quando sei certo che il tuo sito è in grado di generare contenuti di valore ed è ben strutturato, puoi iniziare a fare link building. Il modo migliore consiste nello scrivere un articolo (o farselo scrivere da un copywriter) a tema sulla tua attività, con all’interno un collegamento al tuo sito Web, quindi proporne la pubblicazione al sito (o ai siti) dove t’interessa apparire.
In alternativa, specialmente se il prezzo del backlink proposto è abbastanza consistente, puoi chiedere ai responsabili del sito sul quale desideri avere un link di essere loro a scrivere un articolo con all’interno il collegamento ipertestuale che rimanda alla tua attività. In questo modo, il trafiletto sarà completamente coerente con la loro linea editoriale e l’utente che visiterà la pagina ospitante non avrà la sensazione di leggere un testo estraneo.
Il link all’interno dell’articolo può fare perno su una dicitura che indichi l’indirizzo Web corrispondente al tuo dominio, ad esempio tuosito.it, oppure sulle parole questo sito, clicca qui, questa pagina o maggiori informazioni qui.
Nota bene: i testi contenenti i link devono essere scritti in ottica SEO, ovvero contenere delle parole chiave molto specifiche, in questo caso correlate a ciò di cui ti occupi. Per individuare tali parole ci sono diversi strumenti, perché è importante anche valutare l’opportunità di usarne alcune piuttosto che altre.
Tutto ciò in base a quanto le persone che navigano su Internet dimostrano interesse e, quindi, cercano precisi termini. Al contempo, le parole vanno stabilite anche in relazione alla concorrenza, cioè se sono già state usate dai tuoi diretti concorrenti, più autorevoli di te.
Tra questi strumenti di ricerca per le parole chiave, posso suggerirti quelli che trovi elencati di seguito.
- Strumento di pianificazione delle parole chiave — messo a disposizione da Google stesso, per facilitare la stesura di contenuti attraverso le parole chiave.
- Ubersuggest — un software online che permette di effettuare delle ricerche per scoprire le parole chiave più vantaggiose. Può essere utilizzato gratuitamente, con delle limitazioni, oppure è acquistabile la versione Premium.
- SEOZoom — è uno strumento molto avanzato e completo, studiato per analizzare le parole chiave in italiano, funziona prevalentemente pagando un abbonamento periodico.
Oltre che all’interno di un testo, un backlink può trovarsi anche su di un’immagine cliccabile, ad esempio un banner.
Ricorda che, preferibilmente, un backlink deve puntare verso la home page del tuo sito Web, dato che è la pagina più stabile, a meno che tu non abbia esigenze particolari legate a contenuti presenti nelle pagine interne. Inoltre, è fondamentale che un testo scritto usando le parole chiave mantenga comunque la sua discorsività naturale, cioè che risulti organico.
A tal proposito, in alternativa ai link, si stanno diffondendo le cosiddette citazioni contestuali: si tratta di frasi senza collegamenti ipertestuali diretti al sito Web, ma in cui viene nominato il nome della persona, marchio o attività da “promuovere”, in stretta relazione alla parola chiave principale che si è scelto di associarvi.
Come trovare canali per fare link building
Ora che sei più consapevole su come fare link building, ti senti anche pronto per proporre a qualcuno d’inserire un link tra le sue pagine Web, che rimandi alla tua attività. Tuttavia non sai ancora bene come trovare canali per fare link building. Niente paura, sono qui per darti qualche suggerimento.
Innanzitutto, se conosci un po’ il settore all’interno del quale lavori, forse avrai già in mente dei siti che per te sono sempre stati dei punti di riferimento. Bene: puoi iniziare rivolgendoti ad essi: non temere se ti sembrano “inarrivabili”, più sono autorevoli e con traffico organico, più sarà vantaggioso se accetteranno di pubblicare un tuo backlink. Inoltre, saprai che il loro pubblico di visitatori è molto simile al tuo, quindi già selezionato. Fai solo attenzione che non si tratti di concorrenti diretti.
Le piattaforme generaliste hanno a che fare con temi tra i più disparati: se il tuo campo rientra tra uno di questi, puoi provare a fare domanda. L’audience sarà sicuramente elevata, sebbene molto sfaccettata, quindi devi essere consapevole che non a tutti potrebbe interessare cliccare sul link che ti riguarda.
I siti ministeriali (quelli il cui indirizzo termina con .gov) o delle scuole (.edu) sono tra i più autorevoli in assoluto: ottenere un backlink presso di essi non è facile, in ogni caso resta probabile solo per chi tratta settori particolari e, a sua volta, ospita sul proprio sito link regolari e aggiornati.
Puoi inserire dei contenuti del tutto gratuitamente sui canali social, come nei gruppi LinkedIn e Facebook, dove trovare anche altre persone interessate a vendere o comprare link per le loro strategie di marketing. In questo caso, però, sii sempre prudente verso ciò che ti viene proposto.
Per risultati ancora migliori, devi sapere che sul mercato sono presenti delle aziende specializzate in link building, come ad esempio quella
di Max del Rosso, alias di Cristian Uguccioni, noto Link Building Specialist che dal lontano 2008 si occupa con successo di posizionamento sui motori di ricerca, con particolare attenzione alle campagne di link building in white label per Consulenti SEO ed Agenzie SEO/Web. Max del Rosso offre servizi di Link Building con la pubblicazione di articoli su siti Web di elevata qualità, in modo da far ottenere backlink altamente efficaci per il posizionamento online. Per saperne di più, visita il link che ti ho appena fornito.
A cosa prestare attenzione
Se da un lato imparare come fare link building può rappresentare un vantaggio per la tua reputazione e i tuoi affari, non avere idea a cosa prestare attenzione potrebbe anche essere penalizzante per il tuo sito Web e ciò che vi è connesso. Ecco qualche consiglio.
Non creare tanti contenuti destinati ai backlink tutti insieme e tutti uguali: Google e i motori di ricerca penalizzano chi, secondo loro, non mantiene un comportamento naturale e organico.
Se inserisci dei link in un testo, lascia che questo sia esaustivo per un futuro utente che lo consulterà. Tuttavia cerca di non scrivere meno di 500 parole e usa parole chiave coerenti con l’argomento, scritte in modo non meccanico: ormai Google utilizza l’intelligenza artificiale e cerca sempre più di avvicinarsi al normale modo di esprimersi delle persone.
Componi i testi nella lingua in cui comunica anche la piattaforma all’interno della quale vorresti metterli, insieme ai link.
Diffida in modo perentorio da chi cerca di venderti il suo spazio per inserire un link che conduce al tuo sito senza rilasciarti un documento fiscale o, peggio, propone l’affitto del link.
In genere, rifletti prima di farti linkare da un sito meno autorevole del tuo e dimostra cautela verso chi ti consiglia di effettuare scambi di link o addirittura vuol risolvere tutto gratuitamente.
Se tu stesso, sul tuo sito Web, ospiti dei backlink di terzi, controlla che siano sempre attivi, che conducano realmente a contenuti di qualità o non indirizzino verso una pagina non trovata (errore 404, noto anche come broken link).
Per la questione della negative SEO accennata nelle battute iniziali del tutorial, controlla anche se, a tua insaputa, qualche sito poco raccomandabile rimanda al tuo. Per mantenere “pulito” e autorevole il tuo profilo di link, rivolgiti a un webmaster, intanto puoi fare una prima veloce analisi utilizzando gli Strumenti backlink di smallSEOTools.com, un sito molto famoso che contiene vari strumenti dedicati alla SEO.
Per molto tempo è stata pratica comune e diffusa inserire nel codice HTML relativo a un link l’attributo nofollow per indicare al crawler di un motore di ricerca di non trasferire la link juice legata a quel determinato collegamento ipertestuale al sito ospitante. Tuttavia, da marzo 2020 Google ha dichiarato che i suoi software dedicati all’indicizzazione delle pagine non ne terranno più conto. In sostanza: si può ancora usare, ma l’autorità del comando è stata declassata.
Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.