Come funziona un deumidificatore portatile
Ogni volta che provi a rimuovere la muffa dalle pareti della tua abitazione, puntualmente, dopo qualche tempo, questa inizia a comparire di nuovo con le prime macchie. Eh già! Si tratta di una situazione davvero antipatica, lo capisco bene. Non disperare però: ci sono infatti vari rimedi e piccoli accorgimenti per evitare che il tuo “nemico” torni sistematicamente a fare capolino.
Ad esempio, potresti valutare l'acquisto di un deumidificatore portatile. Si tratta di una soluzione pratica ed economica per limitare il problema in questione e la stessa può fare al caso tuo anche se, ad esempio, sei costretto ad asciugare il bucato in uno spazio chiuso (es. una stanza). Anche quest'ultima eventualità, infatti, può causare la formazione dei microorganismi che danno origine alla muffa sulla superficie delle pareti di un'ambiente, specie se quest'ultimo è poco ventilato.
Come dici? Ti stai chiedendo, a questo punto, come funziona un deumidificatore portatile? Benissimo! Allora risponderò nel corso di questo articolo proprio a tale interrogativo. Ti parlerò dei vari meccanismi di funzionamento di questi apparecchi e delle caratteristiche peculiari degli stessi, in modo che avrai tutte le nozioni del caso per appurare se i dispositivi in oggetto siano davvero adatti alle tue necessità. Direi, allora, che possiamo iniziare, sei d'accordo? Ti auguro una buona lettura.
Indice
- Come funziona un deumidificatore portatile: meccanismo di funzionamento
- Serbatoio e capacità di deumidificazione
- Drenaggio
- Sensori di umidità e igrometro
- Come funziona un deumidificatore a parete
Come funziona un deumidificatore portatile: meccanismo di funzionamento
Il “compito” principale di un deumidificatore portatile, così come anche quello delle controparti più voluminose, è quello di assorbire le molecole d'acqua sospese nell'aria di un determinato ambiente. Questo fine può essere raggiunto in due modi differenti, a seconda del meccanismo di funzionamento su cui è basato un determinato apparecchio.
I deumidificatori meccanici includono una ventola; quando quest'ultima entra in funzione e, quindi, inizia a girare, l'aria dell'ambiente viene aspirata e immessa all'interno del dispositivo. La stessa aria viene spinta, successivamente, attraverso delle serpentine o attraverso una superficie a bassa temperatura. La differenza di temperatura tra aria e superficie fredda causa la condensazione dell'acqua che si trovava precedentemente allo stato gassoso.
Una volta condensata, l'acqua viene raccolta in un apposito serbatoio o in un contenitore posto all'interno dell'apparecchio. In alcuni casi, l'acqua può anche essere espulsa mediante un tubo di scarico. Questi dispositivi possono essere utilizzati in ambienti di poche decine di metri quadrati.
I modelli meno rumorosi, in fase di utilizzo, emettono in media tra i 20 e i 25 dB (decibel), ossia, a grandi linee, l'intensità del rumore prodotta dal fruscio delle foglie. I deumidificatori portatili meccanici più rumorosi, invece, si attestano sui 50 dB circa, l'equivalente del rumore del cadere della pioggia.
I deumidificatori essiccativi, detti anche passivi, non includono un sistema di aspirazione come quello appena visto. Questi dispositivi hanno al loro interno dei cristalli idrofili che, a loro volta, contengono cloruro di calcio.
Questi ultimi sono in grado di attirare spontaneamente (e lentamente) le molecole d'acqua presenti nell'aria di un ambiente. I cristalli, una volta assorbita l'umidità possono diventare liquidi o di consistenza gelatinosa. Ad ogni modo, in alcuni casi essi possono poi tornare alla forma iniziale attraverso un processo di essiccazione.
Quest'ultimo avviene esponendo questi elementi alla luce del sole o a fonti di calore. Come di deumidificatori portatili meccanici, anche quelli essiccativi includono un serbatoio per la raccolta dell'acqua; differentemente da questi ultimi, tuttavia, sono indicati per ambienti più ristretti: un ripostiglio, un armadio, una scarpiera o perfino cassetti e dopo 60 giorni, in media, vanno sostituiti. In fase di utilizzo, la loro rumorosità è chiaramente nulla.
In generale, va comunque tenuto conto del fatto che la capacità del serbatoio dei deumidificatori portatili è solitamente inferiore a quella dei “fratelli maggiori” più ingombranti. Proprio per questa ragione, se l'ambiente di utilizzo è eccessivamente umido, la scelta ideale è chiaramente un deumidificatore “standard”.
Serbatoio e capacità di deumidificazione
I serbatoi dei deumidificatori portatili hanno una capienza decisamente inferiore a quelli “standard”; in linea di massima, si va dai 300 millilitri ai 5 litri. Chiaramente, una volta riempito, il serbatoio va svuotato per permettere una nuova sessione di utilizzo dell'apparecchio e l'assorbimento cessa non appena il recipiente è colmo; in questo caso alcuni modelli emettono anche segnali acustici.
La capacità di deumidificazione è il criterio più importante per scegliere il deumidificatore adatto alle proprie esigenze. Questo valore viene espresso in litri/24 ore (L/giorno) e misura, dunque, il quantitativo di acqua che viene assorbito nel corso di un ciclo di utilizzo di, appunto, 24 ore. Per farti una stima, molti deumidificatori meccanici sono in grado di assorbire 450 millilitri al giorno in un ambiente di 15 m2 e temperatura media di 30 °C.
In sostanza, con gli apparecchi in grado di offrire queste prestazioni, si passa dall'80% al 45% di umidità nell'ambiente di utilizzo. Solitamente, la capacità di deumidificazione viene misurata proprio con lo standard di riferimento di 30 °C e umidità iniziale dell'80%. Tieni presente, comunque, che il quantitativo di acqua assorbito in un dato tempo varia (anche di molto) da ambiente ad ambiente.
Generalmente, l'utilizzo di un deumidificatore portatile è consigliato in ambienti in cui la temperatura è superiore ai 15 °C e l'umidità è più alta del 60%.
Drenaggio
Molti modelli di deumidificatori portatili meccanici consentono di impostare una modalità di drenaggio rapido, aumentando la velocità di rotazione della ventola e, di conseguenza, il flusso d'aria in aspirazione. In questo modo, l'ambiente viene reso meno umido in tempi inferiori rispetto a quelli previsti con un utilizzo standard. Ciò, tuttavia, comporta anche l'inevitabile aumento dei consumi e, soprattutto, del rumore emesso in fase di utilizzo (a tal proposito, prima di acquistarne uno è bene controllare anche la classe di efficienza energetica, sapendo che i migliori sono quelli di classe A o classe A+++, a seconda della classificazione usata).
Con la modalità “normale”, invece, l'ambiente viene “seccato” in modo molto più silenzioso e lento; l'umidità scende, dunque, in modo più costante. Alcuni deumidificatori portatili permettono anche il drenaggio dell'acqua a ciclo continuo grazie all'installazione di un tubo di scarico per l'acqua, senza il bisogno di ricorrere quindi al serbatoio; in questo modo il dispositivo può restare sempre in funzione.
Solitamente, entrambi i metodi di drenaggio possono essere regolati con un timer: allo scadere del tempo impostato, l'assorbimento cessa; oppure, il dispositivo può anche passare automaticamente all'utilizzo standard, se si è precedentemente impostata la modalità “rapida”.
Sensori di umidità e igrometro
I deumidificatori portatili integrano, solitamente, un igrometro, ossia uno strumento (che corrisponde a un sensore) in grado di misurare il grado di umidità in un dato ambiente. Quest'ultimo valore è mostrato sul display del dispositivo. Si tratta di un elemento essenziale, sia per comprendere meglio in quali ambienti utilizzare il deumidificatore con più frequenza, sia di capire quando tali apparecchi possono essere spenti; ossia quando il grado di umidità ha raggiunto il livello desiderato.
Grazie all'igrometro, i deumidificatori possono anche attivare dei programmi specifici di deumidificazione. In sostanza, gli igrometri rilevano l'umidità relativa, ossia la quantità di vapore acqueo presente nell'aria di un ambiente rispetto alla quantità massima di vapore acqueo che può essere contenuta nell'aria dell'ambiente in oggetto.
Solitamente, quando la temperatura nell'ambiente è compresa tra i 20 e i 30 °C e l'umidità relativa misurata va dal 60% al 65%, l'apparecchio può essere spento. Per approfondire quanto spiegato fin qui, ti suggerisco di dare uno sguardo alla mia guida sui migliori deumidificatori portatili.
Come funziona un deumidificatore a parete
Ora che sai come funziona un deumidificatore portatile, vorresti saperne di più anche su quelli a parete, ovvero quelli “fissi”? Devi sapere che il funzionamento di questi dispositivi è pressoché lo stesso dei deumidificatori portatili: il vapore acqueo disperso nell'aria di un ambiente viene assorbito ed entrando in contatto con una superficie fredda si condensa.
L'acqua ottenuta in questo modo viene quindi convogliata all'interno di una tanica. In alcuni casi, questi dispositivi che sono integrati nell'edificio, possono anche essere dotati di un sistema che consente lo scarico continuo dei liquidi (non è quindi presente la tanica). Il serbatoio, come nel caso dei dispositivi portatili, va svuotato quando è colmo e ciò avviene, in media ogni 4 o 8 ore, a seconda delle dimensioni dello stesso e della capacità di assorbimento dell'apparecchio.
Come le “controparti” portatili integrano igrometri in grado di regolare lo spegnimento automatico e possono anche essere collegati al sistema di riscaldamento e ventilazione dell'edificio in cui sono presenti per consentire all'utilizzatore un controllo “centralizzato”. Si tratta di apparecchi particolarmente utili in ambienti che tendono a riempirsi di vapori, come i bagni, gli spogliatoi e le cucine. Per altri dettagli su questi dispositivi, ti rimando al mio articolo sui migliori deumidificatori.
Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.