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Come regolare amplificatore antenna TV

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Ultimamente stai riscontrando alcuni fastidiosi problemi nella ricezione dei canali televisivi, dovuti presumibilmente a un segnale instabile e non particolarmente pulito che giunge all’ingresso del tuo TV o decoder. In effetti, hai già eseguito dei test preliminari sul funzionamento dell’antenna, ad esempio tramite le apposite funzioni del tuo televisore, i quali ti hanno confermato una certa discontinuità nella gestione del segnale all’interno del tuo impianto.

Nel complesso, però, hai la sensazione che il problema possa essere superato facilmente con l’integrazione di un semplice amplificatore per antenna: operazione che potresti svolgere in autonomia senza bisogno di chiamare in causa un tecnico specializzato. L’unico dubbio che ti rimane riguarda come regolare amplificatore antenna TV: prima di installare quello che hai già acquistato o di comprarne uno nuovo, quindi, vorresti essere certo del procedimento corretto da seguire.

Ebbene, ti farà piacere sapere che in molti casi l’aggiunta di questo particolare dispositivo può rappresentare un’ottima soluzione, in grado di risolvere problemi di minore entità e potenziare eventuali piccole carenze di segnale che spesso si traducono in antipatiche interferenze. Se vorrai dedicare qualche minuto del tuo prezioso tempo alla lettura dei prossimi paragrafi, si da il caso che abbia dei preziosi consigli da condividere con te proprio su questo specifico argomento. Allora, sei pronto? Perfetto, in tal caso non mi rimane che augurarti buon proseguimento!

Indice

Come regolare amplificatore antenna TV

antenne televisive

Il primo dato da considerare per apprendere come regolare amplificatore antenna TV è quello relativo al livello medio del segnale, il quale, approssimativamente, dovrebbe essere compreso tra un valore minimo di 45 dBµV e uno massimo di 70 dBµV per quanto riguarda il digitale terrestre e fra 47-77 dBµV per quello satellitare. In generale, comunque, è consigliabile ottenere un valore medio attorno ai 60 dBµV.

Il metodo migliore per ottenere tale informazione è quello di utilizzare un apposito analizzatore di segnali o misuratore di campo: in commercio è possibile trovarne di tutti i tipi e per tutte le tasche, ma per un utilizzo hobbistico occasionale puoi fare tranquillamente riferimento a un modello essenziale che ti dia modo di prendere nota dei picchi minimi e massimi del segnale televisivo registrati in un determinato arco temporale, dei quali, quindi, occorrerà produrre successivamente una media.

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Per farlo, ti basterà collegare il cavo principale di uscita dell’antenna all’ingresso del dispositivo in questione (ovviamente, mi raccomando di eseguire in sicurezza tale operazione solamente se l’antenna è facilmente raggiungibile, altrimenti ti consiglio vivamente di rivolgerti a un esperto del settore) e connettere il cavo di uscita verso il restante impianto.

A seguire, esamina gli indicatori presenti sulla sua interfaccia, i quali dovranno rientrare nei range sopra indicati: diversamente, infatti, sia in caso di difetto che di eccesso, sarà necessario procedere all’orientamento dell’antenna.

Se non hai accesso all’antenna, prova a effettuare la misurazione al primo ingresso disponibile della tua abitazione, ed esegui una stima della lunghezza del cavo, considerando quindi una perdita media di circa 15-20 dB per un’estensione di 50 metri. Tale valore, però, è suscettibile di importanti variazioni in base alla qualità del rame e della schermatura, al diametro e all’usura della tratta cablata: si tratta, dunque, di un calcolo approssimativo utile a farsi un’idea della situazione attuale.

Il segnale, quindi, oltre a subire un degrado in relazione soprattutto alle condizioni del cavo coassiale che dall’antenna raggiunge il televisore, è fortemente condizionato dalla complessità dell’impianto e dalla presenza di altri componenti passivi come divisori o derivatori.

Per ottenere un valore di ricezione del segnale verosimile, dunque, è necessario sottrarre alla misurazione precedentemente eseguita i dati di attenuazione che di norma sono riportati nelle schede tecniche, talvolta anche nelle etichette, degli elementi passivi sopra citati: se si ottiene un risultato inferiore alla soglia minima prestabilita di cui ti ho accennato poc’anzi, ovvero di circa 45/47 dBµV, in tal caso occorre intervenire con un amplificatore.

Come probabilmente già saprai, quest’ultimo è un elemento attivo che è possibile integrare in un impianto per incrementare il livello del segnale e compensare le perdite riscontrate durante la sua distribuzione. Naturalmente sarà opportuno scegliere un prodotto in grado di coprire la differenza necessaria a riportare la qualità del segnale nella gamma di valori ottimale: a meno che non ci siano esigenze particolari, solitamente un dispositivo in grado di generare un aumento del guadagno (ossia del fattore di incremento del valore in ingresso) fra i 20 e i 40 dB dovrebbe risultare sufficiente allo scopo.

Se non hai ancora provveduto ad acquistarlo, ti consiglio di verificare, oltre al suddetto valore di guadagno, anche altri parametri importanti, come l’indicazione del rumore prodotto (trattandosi di un elemento attivo composto da circuiti elettronici è naturale che quest’ultimo produca dei disturbi, in alcuni casi anche significativi), di accertarti che gli ingressi siano compatibili con il tipo di antenna utilizzata e le relative frequenze e che siano presenti in un numero sufficiente rispetto alla tue esigenze di installazione.

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Infine, considera che alcuni modelli sono auto-alimentati, ad esempio quelli esterni che vanno collocati direttamente sul palo dell’antenna, mentre altri necessitano di una fonte di alimentazione esterna (tipicamente quelli da interno, i quali, invece, vanno posizionati nelle vicinanze del televisore) e che, pertanto, dovrai valutare anche la disponibilità di una presa di corrente nei pressi del punto in cui hai intenzione di posizionarlo.

Regolazione manuale

amplificatore tv regolazione guadagno manuale

Una volta determinato a quanto ammonta la perdita di segnale, non avrai alcuna difficoltà a eseguire la regolazione guadagno amplificatore antenna tv. Se hai optato per un dispositivo dotato di sistema di controllo manuale, avrai certamente notato la presenza di una vite o di una piccola manopola in associazione agli ingressi disponibili, sotto alla quale è riportata la banda sulla quale agisce: tale elemento serve proprio a controllare l’incidenza del segnale e modularlo in relazione alle specifiche esigenze.

Un dispositivo dotato di un solo ingresso con guadagno massimo a 20 dB, quindi, sarà in grado di produrre un aumento pari al suddetto valore ruotando con un cacciavite la levetta verso il simbolo [+] fino al massimo delle sue possibilità. Ruotandolo parzialmente, invece, ad esempio fino a metà corsa, si otterrà un incremento di 10 dB, a 1/4 di 5 dB e così via.

Cosa succede, invece, in presenza di amplificatori dotati di molteplici ingressi e corrispondenti viti di regolazione? Ebbene, in tal caso per eseguire la regolazione manuale considera che il valore massimo nominale assegnato a una determinata banda viene suddiviso fra gli impianti collegati: in un dispositivo con capacità di 20 dB dotato di due ingressi per la gestione di frequenze UHF (relativo, dunque al segnale del Digitale Terrestre) ad esempio, per assegnare 10 dB a ognuno di essi occorrerà ruotare del 50% le relative viti di regolazione, mentre per attribuire rispettivamente 5 dB e 15 dB sarà necessario girare la prima del 25% e la seconda del 75%.

Va da sé che, qualora tu abbia a disposizione un amplificatore con due uscite ma la perdita di segnale avvenga solo su un televisore, è possibile dedicare tutto il guadagno (o ciò che è necessario) unicamente a quest’ultimo ruotando completamente la rispettiva vite e mantenendo inattiva l’altra.

Funzione AGC automatica

regolazione automatica AGC segnale tv

Forse non ne sei al corrente, ma alcuni amplificatori di segnale più evoluti dispongono di una interessante funzione, denominata AGC (Automatic Gain Control), la quale sostanzialmente esegue un controllo continuo del segnale in ingresso e in uscita e compie in autonomia la regolazione del guadagno portandola ai valori ottimali in base alle necessità.

Si tratta di una soluzione particolarmente adatta soprattutto in quelle situazioni nelle quali si riscontrano frequenti fluttuazioni del segnale, in relazione ad esempio al verificarsi di eventi climatici intensi, caratterizzati da forte vento o piogge torrenziali. Nei dispositivi dotati di funzione AGC automatica, dunque, non è necessario eseguire alcun intervento sul dispositivo a seguito del corretto collegamento del dispositivo all’impianto.

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Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.