Come rigenerare cartucce
L’inchiostro della tua stampante si è esaurito e, dopo aver guardato un po’ in giro, ti sei reso conto che il prezzo delle cartucce è aumentato in modo vertiginoso! Seguendo il consiglio di un tuo caro amico, hai quindi deciso di optare per una soluzione _fai-da-te_ e di provare a rigenerarle da solo. Intenzionato a raggiungere il tuo scopo, hai dunque cercato informazioni in merito su Internet e sei capitato proprio qui, sul mio sito Web.
Se questa è la situazione in cui ti trovi, sappi che non potevi trovarti in posto migliore! Nel corso di questa guida, infatti, ti spiegherò come rigenerare cartucce in modo semplice ed efficiente, indicandoti quelli che sono gli strumenti da utilizzare e fornendoti tutte le precisazioni del caso.
Dunque, senza attendere oltre, mettiti bello comodo e leggi con attenzione tutto quanto ho da spiegarti sull’argomento: posso garantirti che, con un po’ di pazienza e un pizzico di abilità, riuscirai a ottenere un risultato davvero soddisfacente. Buona lettura e in bocca al lupo!
Indice
Informazioni preliminari
Prima di andare avanti e di spiegarti come rigenerare le cartucce delle stampanti, lascia che ti dia qualche informazione in più sui vantaggi e sugli svantaggi ai quali potresti andare incontro.
Senza ombra di dubbio, rigenerare una cartuccia esausta è un’operazione più economica rispetto all’acquisto di un nuovo consumabile di stampa: la ricarica, infatti, viene effettuata con l’ausilio di un apposito kit di ricarica, che può essere acquistato nei più forniti negozi dedicati agli articoli d’ufficio, oppure online, a prezzi decisamente modici.
Per “rifornire” di colore i serbatoi delle cartucce, tuttavia, sono necessarie una certa precisione e una discreta manualità, in quanto eventuali perdite o colature di colore potrebbero compromettere in modo sensibile il risultato, in fase di stampa. Oltretutto, è bene acquistare kit di ricarica di buona qualità, onde evitare di ritrovarsi, a cose compiute, con stampe tutt’altro che presentabili.
Ricorda, infine, che le cartucce esauste non possono essere ricaricate per un numero infinito di volte: l’utilizzo continuato, infatti, provoca il progressivo esaurimento della testina di stampa. Indicativamente, ciascuna cartuccia dovrebbe essere rigenerata al massimo quattro volte, per poi essere sostituita con consumabile nuovo, ma questo numero può diminuire in base all’attività di stampa che si è soliti effettuare. In ogni caso, evita di rigenerare cartucce che sono state inattive e/o vuote per più di 14 giorni, in quanto potrebbero non essere più in grado di assorbire inchiostro.
Dunque, volendo riassumere il tutto, le cartucce ricaricate hanno il vantaggio di essere molto economiche ma, dall’altro lato, potrebbero realizzare stampe di qualità inferiore rispetto a quelle ottenibili, invece, con le cartucce originali: tieni ben presente questo aspetto prima ancora di fare qualsiasi cosa!
Materiale occorrente
Per ricaricare le cartucce di una stampante, è necessario procurarsi in anticipo tutto il materiale necessario, predisponendo inoltre un’area di lavoro ottimale per lo scopo. A tal proposito, ti consiglio di agire su uno spazio piano rivestito con un materiale che non subisca l’effetto dell’inchiostro in modo permanente: teli di plastica monouso impermeabili, fogli di alluminio o pellicola alimentare sono soltanto alcuni esempi.
Assicurati, inoltre, di avere a portata di mano un paio di guanti monouso, così da proteggere la pelle da eventuali macchie d’inchiostro; alcuni fogli di carta assorbente, tramite i quali assorbire l’inchiostro che potrebbe colare; alcuni stuzzicadenti, che potrebbero servirti per identificare il serbatoio di colore esatto; dello scotch, mediante il quale coprire eventualmente i fori di ricarica, e ovviamente le vecchie cartucce esauste.
Chiaramente, devi disporre di un apposito kit di ricarica compatibile con la tua stampante che contenga tutto quanto il necessario per riportare “in vita” le cartucce esauste: i flaconi di inchiostro (generalmente sono quattro: nero, giallo, magenta e ciano), una o più siringhe e una serie di punte per “iniettare” il colore nell’apposito serbatoio. I kit di ricarica possono essere acquistati nei negozi per articoli d’ufficio più forniti, oppure online.
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Come rigenerare cartucce stampanti
Una volta acquistato il kit più adatto alla tua stampante e raccolto tutto il materiale necessario, puoi finalmente passare all’azione e iniziare a rigenerare la cartuccia della tua stampante.
Tanto per cominciare, proteggi adeguatamente il piano di lavoro, prendi la cartuccia da rigenerare e solleva l’etichetta adesiva che si trova nella parte superiore di quest’ultima: dovresti vedere ora un foro di riempimento, cioè quello in cui dovrai iniettare l’inchiostro. Alcuni consumabili presentano più fori, ma soltanto uno conduce al serbatoio d’inchiostro: puoi riconoscerlo per la presenza di una piccola spugnetta.
In alcune cartucce i fori potrebbero non essere “aperti”: in questi casi bisogna scoprirli manualmente, bucando gli incavi presenti sotto l’etichetta con una matita appuntita, un cacciavite o un altro utensile appuntito. Ti consiglio di procedere con estrema cautela, ricercando informazioni in merito al da farsi su Google oppure sul manuale del kit di ricarica: basta un solo errore e la cartuccia diverrà inutilizzabile!
Ora, procedi con la ricarica del serbatoio del nero: dopo aver indossato i guanti, preleva la giusta quantità d’inchiostro dal flacone del kit, utilizzando la siringa e l’ago ricevuti in dotazione, quindi iniettali lentamente nella cartuccia attraverso il foro di riempimento scoperto in precedenza, così da intridere le spugne interne in modo soddisfacente ed evitare la formazione di bolle d’aria.
Fai bene attenzione a non far fuoriuscire l’inchiostro iniettato nella cartuccia e fermati non appena vedi che il liquido sta per raggiungere l’orlo; prima di estrarre la siringa, rilascia l’aria accumulata “risucchiando” un po’ di inchiostro dal serbatoio e, conclusa questa operazione, rimuovilo dal foro.
Completata la ricarica della cartuccia, utilizza un pezzo di scotch per coprire nuovamente l’apposito foro e tampona delicatamente (senza strofinarla) la testina di stampa (quella con i contatti metallici) su un foglio di carta assorbente ripiegato, finché non vedi fuoriuscire una riga d’inchiostro.
Ora, ripeti le medesime operazioni anche per la cartuccia colore. Questa volta, però, dovrai rigenerarla riempiendo tre diversi serbatoi con l’inchiostro più appropriato: magenta, giallo e ciano. Fai bene attenzione a non contaminare i colori e utilizza aghi differenti per ciascuno di essi.
Onde evitare errori, ti consiglio di verificare la correttezza del colore contenuto nel serbatoio inserendo con delicatezza, nel relativo foro di ricarica, la punta di uno stuzzicadenti. A operazione conclusa, ricopri i fori di ricarica con il nastro adesivo trasparente e verifica che la testina di stampa sia effettivamente in grado di emettere tutti e tre i colori, tamponandola con prudenza sulla carta assorbente.
Utilizzando i passaggi che ti ho appena proposto dovresti essere in grado di rigenerare cartucce HP, rigenerare cartucce Epson, rigenerare cartucce Canon e ricaricare anche consumabili appartenenti ad altri produttori.
Quando il risultato è soddisfacente, provvedi a reinserire le cartucce nella stampante: se non sai come fare, puoi cercare su Google le istruzioni (digitando, per esempio, le parole sostituire cartucce [marca e modello stampante]), oppure consultare i miei tutorial su come cambiare le cartucce della stampante Epson, come cambiare le cartucce della stampante HP e come cambiare le cartucce della stampante Canon Pixma.
Aggirare il blocco di stampa
Una volta installata la cartuccia rigenerata, con molta probabilità, la stampante ti segnalerà la presenza di un consumabile non originale, una cartuccia in fase di esaurimento o, nel peggiore dei casi, di un consumabile non compatibile.
Questo meccanismo, comunemente denominato blocco di stampa, può essere bypassato in diversi modi: disattivando il monitor di stampa, aggiornando il firmware della stampante o, ancora, resettando il chip della cartuccia mediante un apposito dispositivo hardware. Se ti interessa approfondire l’argomento, ti rimando alla lettura della mia guida su come aggirare il blocco di stampa con le cartucce rigenerate.
Infine, prima di iniziare a usare la nuova cartuccia, ti consiglio di pulire le testine di stampa, in modo da eliminare eventuali residui delle operazioni precedenti: se non sai come fare, da’ pure un’occhiata al tutorial specifico che ho dedicato all’argomento.
Come rigenerare toner
I passaggi per rigenerare il toner delle stampanti non differiscono molto da quelli visti poc’anzi: anche in questo caso, è necessario acquistare una nuova ricarica d’inchiostro presso i negozi specializzati, oppure su Amazon, per poi riversarla all’interno del consumabile.
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Naturalmente, è indispensabile acquistare inchiostro compatibile con la stampante in proprio possesso, onde evitare risultati disastrosi in fase di stampa. Prima di procedere con la nuova ricarica, è necessario svuotare la polvere d’inchiostro residua nel toner e smaltirla in modo appropriato, onde evitare danni ambientali.
Generalmente, per rigenerare un toner, bisogna rimuovere il tappo di plastica posto sul lato della cartuccia, facendo leva con un oggetto adatto allo scopo e, dopo aver svuotato il serbatoio dal vecchio inchiostro, riempirlo nuovamente con quello nuovo.
Alcuni toner, tuttavia, non dispongono di un alloggiamento che rende immediatamente accessibile il serbatoio: in casi del genere, è necessario forare manualmente il consumabile e versare il nuovo inchiostro al suo interno, mediante il foro creato (che deve essere successivamente sigillato con del nastro adesivo).
Infine, in alcuni casi, si rivela indispensabile procedere con il ripristino/sostituzione del chip di stampa, onde evitare che la stampante “rifiuti” il toner appena ricaricato, rendendolo inutilizzabile. Per saperne di più, consulta pure il mio tutorial su come rigenerare un toner, nel quale ho trattato l’argomento con dovizia di particolari.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.