Come si calcola lo share
Senti spesso parlare di share e da quello che hai capito questo dato indica la percentuale di ascolti in TV, ad ogni modo, non ti è ben chiaro cos'è e soprattutto come si calcola lo share. Beh, se ti stai effettivamente facendo queste domande, allora lasciami dire che sei finito nel posto giusto al momento giusto, perché in questa mia guida ti parlerò proprio di questo argomento.
In questo articolo farò del mio meglio per spiegarti il processo tramite il quale vengono raccolti i dati relativi agli ascolti e di come lo share viene poi calcolato. Ti mostrerò e spiegherò anche una formula matematica che si utilizza a tale scopo. Potrebbe sembrarti una cosa un po' complicata inizialmente, ma ti assicuro che se ti dedichi alla lettura di questo post, ti renderai conto che in reltà non è nulla di così difficile.
Se vuoi dunque soddisfare questa tua curiosità e capire come calcolare lo share, allora continua pure a leggere qui di seguito. Prenditi qualche minuto di tempo tutto per te e mettiti bello comodo davanti al tuo dispositivo. Arrivati a questo punto, a me non resta altro che augurarti una buona continuazione!
Indice
Cos'è lo share
Anzitutto, mi sembra doveroso spiegare meglio cos'è lo share. Questo termine si utilizza per indicare la percentuale di pubblico che sta guardando un programma televisivo in un preciso momento rispetto all'intero pubblico disponibile, sempre in quel momento. Bisogna però già da qui fare una piccola precisazione, in quanto dal 2022 lo share tiene conto anche dei contenuti in streaming visti da computer, smartphone ecc… e quindi non più solo dei programmi visti in TV. Ti parlerò più in dettaglio di questo argomento più avanti in questa mia stessa guida.
Per spiegarti meglio il concetto, ti faccio ora un esempio: se un film ha uno share del 30%, allora vuol dire che il 30% di tutte le persone che in quel momento stanno guardando la TV o che stanno utilizzando dei dispositivi smart per vedere contenuti in streaming, stanno guardando quel film in quel preciso momento. Come puoi ben intuire, dunque, lo share non è un dato assoluto, bensì è un dato relativo.
Ti potresti però chiedere chi raccoglie questi dati e soprattutto come li raccoglie. Ebbene, a svolgere questo affascinante incarico in Italia è l'azienda che si chiama Auditel. Tuttavia, quest'azienda non raccoglie i dati di tutti i singoli italiani, perché altrimenti sarebbe un lavoro davvero immane. L'azienda si avvale infatti di un sistema campionario, detto SuperPanel, formato da 16.100 famiglie distribuite in tutta Italia e queste sono composte da persone di tutte le fasce d'età, di diversa condizione economica e sociale, che rappresentano per l'appunto le abitudini degli italiani.
Nelle case di queste “famiglie campione” viene installato un apparecchio chiamato Meter che serve a raccogliere i dati e a inviarli ad Auditel e lo strumento svolge questo compito 24 ore su 24. Per quanto riguarda invece i dispositivi smart, Auditel utilizza un software chiamato SDK che serve allo stesso scopo. Va da sé, dunque, che le famiglie in questione non sono affatto spiate, anzi, sono ben consapevoli che i loro dati sugli ascolti verranno inviati all'azienda per poter poi essere elaborati e in genere le famiglie ricevono anche un piccolo compenso da parte dell'azienda in cambio dei loro dati.
A proposito di elaborazione dei dati, devi sapere che ogni mattina alle ore 10:00 Auditel pubblica i dati relativi agli ascolti del giorno precedente e li mette a disposizione di alcune aziende interessate. Comunque sia, puoi anche tu consultare tramite questa pagina del sito ufficiale di Auditel tutti i dati raccolti divisi settimana per settimana. Si tratta di dati disponibili al pubblico e quindi non è niente di segreto.
Lo share è un dato davvero molto importante per le emittenti televisive e per gli inserzionisti pubblicitari. Questo perché è in grado di fornire informazioni sugli ascolti di un programma e sulle capacità di quest'ultimo di attirare spettatori. Lo share rappresenta la popolarità di un programma e va da sé, dunque, che uno share alto farà in modo di alzare i prezzi delle inserzioni pubblicitarie.
Come si calcola lo share televisivo
Dopo aver letto il primo capitolo di questa guida, forse hai già capito come si calcola lo share televisivo, comunque sia, la formula da usare è: (numero degli spettatori di un programma)/(numero totale degli spettatori su tutte le diverse reti in quel momento)x100. Il risultato ottenuto è una percentuale che andrà proprio a rappresentare la percentuale di ascolti per quel dato programma in quel dato momento.
Per fare più chiarezza con un esempio pratico, prova a immaginare che in questo momento tre milioni di persone stiano guardando un programma televisivo e che sempre in questo momento ci siano dieci milioni di persone in tutta Italia che stanno guardando la TV. Per calcolare dunque lo share dovrai fare (3.000.000/10.000.000)x100 che fa 30%. Tutto chiaro? Sì? Benissimo! Non è niente di così difficile, vero?
Tuttavia, devi sapere che esistono molti altri dati, oltre allo share, che vengono raccolti da Auditel e che servono a fornire preziose informazioni alle emittenti TV e agli inserzionisti pubblicitari e ora te li riporto qui sotto per completezza del ragionamento.
- Ascolto Medio (AMR) — questo dato indica il numero medio di telespettatori di un programma. Si calcola facendo il rapporto tra la somma dei telespettatori presenti in ciascun minuto e la durata in minuti dell'intervallo preso in considerazione.
- Penetrazione — questa rappresenta il rapporto percentuale di ascoltatori appartenenti a una specifica categoria. Per chiarire meglio, la penetrazione potrebbe rivelare, ad esempio, quanti ragazzi di 18 anni vedono uno specifico programma rispetto a tutti i diciottenni che stanno guardando la TV in quel momento.
- Contatti netti — questo dato rivela le singole persone che guardano almeno un minuto di un programma. Viene chiamato anche Copertura.
- Minuti visti — come facilmente intuibile, questo dato indica il numero medio di minuti visti dai telespettatori per un singolo programma.
- Permanenza — questo dato indica quanto uno spettatore è “fedele” alla visione di un programma. Si calcola come rapporto percentuale tra il numero di minuti visti e la durata del programma in questione.
Per maggiori informazioni ti invito a leggere questa pagina del sito di Auditel nella quale viene spiegato in modo più dettagliato tutto il processo della raccolta e dell'elaborazione dei dati sugli ascolti.
Come si calcola lo share per lo streaming
Come ti ho già accennato, quando Auditel calcola lo share tiene conto anche dei contenuti visti in streaming, dato che negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede. Questo fa sorgere però diverse domande sull'attendibilità dei dati pubblicati da Auditel e ora cercherò di fare più chiarezza su come si calcola lo share per lo streaming.
Il sistema tramite il quale Auditel raccoglie i dati per misurare gli ascolti attraverso dispositivi smart come smartphone, tablet, Smart TV ecc. si chiama sistema censuario. In sintesi, Auditel sfrutta un software sofisticato che viene installato nei player di questi servizi, chiamato SDK+Focal Meter, che consente di rilevare gli ascolti reali di un dato contenuto in streaming, andando così a escludere gli stream start o le stream request, vale a dire chi fa partire uno stream per qualche istante e poi lo interrompe subito.
Al momento, questa rilevazione viene effettuata nei contenuti streaming erogati da piattaforme come DAZN, Discovery, La7, Mediaset, Rai e Sky, che rappresentano una buona parte dei contenuti visti in streaming in Italia.
L'insieme degli ascolti dello share televisivo calcolati tramite il sistema campionario sommati al totale degli ascolti in streaming calcolati tramite il sistema censuario, danno vita al concetto di Total Audience e quindi al dato più reale che include tutti gli ascolti su tutte le piattaforme.
Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.