Come si carica lo smartwatch
Di recente hai sentito parlare molti amici e conoscenti in termini entusiastici delle varie funzionalità dei loro smartwatch. La cosa ti ha incuriosito molto e, dopo aver effettuato le opportune “ricerche di mercato”, hai provveduto anche tu all’acquisto di un orologio intelligente. All’apertura della confezione non stavi più nella pelle e hai deciso testare sùbito il nuovo dispositivo, eseguendo anche l’accoppiamento con il tuo smartphone. Ti sei reso conto ben presto, però, che la carica non sarebbe stata sufficiente per un utilizzo continuativo.
Hai provato, di conseguenza, a dare un’occhiata alle istruzioni per capire come si carica lo smartwatch, verificando anche la presenza nella confezione di vendita degli appositi cavi, ma non hai trovato una risposta chiara alle tue perplessità sulla corretta modalità per eseguire questa operazione. Saggiamente, quindi, hai deciso di approfondire questa importante e delicata questione: non vorresti commettere un errore che potrebbe inficiarne il corretto funzionamento proprio ora, sul più bello!
Ebbene, sei capitato proprio al posto giusto nel momento giusto! Nei prossimi paragrafi, infatti, ti illustrerò le varie procedure con le quali è possibile ricaricare la batteria dello smartwatch: ti basterà solamente dedicare qualche minuto del tuo prezioso tempo alla lettura di questo tutorial e sono certo che non troverai nessuna difficoltà a individuare quella corrispondente al tuo modello. Non solo: per non lasciare nulla al caso, ti fornirò anche alcuni utili suggerimenti su come monitorare lo stato della batteria e ottimizzarne il funzionamento. Allora, sei pronto? Perfetto, in questo caso non mi rimane che augurarti buon proseguimento.
Indice
- Come si carica lo smartwatch
- Come verificare lo stato della batteria dello smartwatch
- Come ottimizzare la batteria dello smartwatch
Come si carica lo smartwatch
Il primo smartwatch non si scorda mai! Anche perché, ammettilo, sei rimasto un po’ perplesso quando hai esaminato quello che, a rigor di logica, doveva essere il cavo di ricarica del dispositivo: scommetto che ti aspettavi qualcosa di più comune, non dissimile da quello dello smartphone.
Magari, poi, hai avuto a che fare con un libretto delle istruzioni un po’ sbrigativo, corredato solo da qualche minuscolo disegno di non facilissima interpretazione, o comunque non particolarmente esaustivo sotto questo aspetto. Non temere, però: ho preparato questa guida appositamente per fornirti una risposta chiara e completa su come si carica lo smartwatch, illustrandoti sia il funzionamento della modalità wireless che di quella con pin magnetici.
Come si ricarica lo smartwatch in modalità wireless
Una delle situazioni più comuni prevede che il caricamento della batteria avvenga attraverso la tecnologia dell’induzione magnetica: il suo funzionamento si realizza mediante il semplice contatto fra le due bobine contenute all’interno dello smartwatch e della base di ricarica.
L’accostamento di questi due elementi, in sostanza, fa sì che gli elettroni della bobina di trasmissione comincino a muoversi generando un campo magnetico. Quest’ultimo, quindi, viene rilevato dalla bobina di ricezione, all’interno della quale si manifesta come conseguenza una reazione coerente: gli elettroni qui presenti, in sostanza, cominceranno a loro volta a muoversi, generando elettricità e favorendo la ricarica della batteria. Ho realizzato anche una guida completa su come funziona un caricatore wireless, nel caso tu voglia approfondire l’argomento.
Il dispositivo di ricarica wireless è costituito da un’apposita base (o dock), solitamente di forma circolare, che dovrà essere collegata a una fonte di energia come la presa USB del PC (il quale, ovviamente, dovrà essere acceso), un power bank o un caricabatterie a muro. Una volta appoggiato il retro dello smartwatch alla base, quindi, l’avvio della procedura di ricarica ti verrà notificato mediante la comparsa, sul display dell’orologio, del simbolo di una saetta lampeggiante. Troverai anche un’indicazione grafica e/o numerica della percentuale di ricarica: il ciclo sarà completo non appena questa risulterà al 100%.
Se intendi collegare la base un caricabatterie a muro non compreso nella confezione, assicurati che sia correttamente calibrato rispetto ai valori di voltaggio (V) e intensità (Ah o mAh) indicati nelle specifiche del dock. L’impiego di un caricatore con amperaggio più elevato, ad esempio, potrebbe portare al surriscaldamento della batteria e a un progressivo decadimento della capacità e della durata. Accertati, infine, che sia anche compatibile con gli standard di connettività USB previsti dalla base.
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Sotto questo aspetto, è importante allo stesso tempo tenere in considerazione che molti smartwatch “di marca” non funzionano con caricatori generici o non certificati: se, ad esempio, sei alla ricerca delle istruzioni su come si ricarica Apple Watch, ti consiglio di fare riferimento esclusivamente a dispositivi di ricarica originali.
Apple Cavo magnetico per la ricarica di Apple Watch (1 m)
Non è sufficiente, infatti, verificare che la base wireless sia certificata Qi: questa sigla, pur identificando lo standard di ricarica senza fili descritto poc’anzi, ha subìto sostanziali modifiche da parte dei principali brand di prodotti tecnologici come, per l’appunto, Apple, ma anche Samsung o HUAWEI, per citare alcuni esempi illustri.
L’acquisto un prodotto generico certificato Qi ma non approvato dalla casa madre, quindi, comporterà molto probabilmente il mancato funzionamento dello stesso e, nel peggiore dei casi, anche un potenziale danneggiamento del dispositivo in ricarica.
Il discorso vale allo stesso modo se sei alla ricerca delle istruzioni su come si ricarica lo smartwatch Samsung: devi sapere, infatti, che anche i Galaxy Watch sfruttano questa innovativa tecnologia, ma potenziata e ottimizzata per funzionare al meglio sui propri dispositivi. Anche in questo caso, quindi, si raccomanda di fare affidamento esclusivamente al caricatore in dotazione, o comunque a un prodotto certificato e riconosciuto da Samsung.
Inoltre, devi sapere che la celebre multinazionale sudcoreana mette a disposizione dei suoi clienti una particolare funzionalità, denominata Powershare, che può essere usata come modalità di ricarica di emergenza fra due smartphone, o per ricaricare due dispositivi come smartwatch e cellulare allo stesso tempo, collegandone al caricatore solo uno.
Se riscontri spesso l’esigenza di ricaricare in modalità wireless più di un dispositivo, puoi sempre considerare l’acquisto di una docking station compatibile con i tuoi device. Nel mercato ne trovi di tutti i tipi: si tratta di vere e proprie stazioni di ricarica senza fili, caratterizzate dalla presenza di alloggiamenti dedicati alla ricarica simultanea di smartphone, smartwatch e cuffie. Vale sempre la raccomandazione, comunque, di accertarsi che il prodotto sia conforme agli standard di ricarica dei tuoi dispositivi.
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Come si ricarica lo smartwatch con connettori pin
Moltissimi modelli di smartwatch e smartband utilizzano un sistema di ricarica che si avvale di pin (o poli) magnetici, di norma a 2 o 4 elementi: il funzionamento, anche in questo caso, è particolarmente semplice e intuitivo.
Se sei alla ricerca, ad esempio, delle istruzioni su come si ricarica lo smartwatch XW6.0, non dovrai fare altro che utilizzare l’apposito caricatore in dotazione, facendo combaciare i piedini ivi presenti con i connettori magnetici collocati, solitamente in maniera piuttosto evidente, sul retro del quadrante.
In alcuni casi, tuttavia, potrebbe essere necessario rimuovere il cinturino: non è raro, infatti, che l’alloggiamento dei connettori magnetici sia celato proprio dalla presenza della cinghia. La conformazione stessa della base di ricarica potrebbe impedire la congiunzione dei due elementi se non si sgancia prima il cinturino, ad esempio per la presenza di un coperchio, come nel caso del modello FitBand Blaze.
Anche in questo caso, dunque, dovrai collegare il cavo USB alla presa del PC, a un power bank o a un caricabatterie a muro con amperaggio e voltaggio compatibile: non utilizzare, quindi, caricatori Quick Recharge incompatibili con il tuo smartwatch.
Come ricaricare uno smartwatch senza caricatore
Se hai dimenticato il caricabatterie del tuo smartwatch a casa ma hai necessità di caricare la sua batteria, puoi ricorrere ad alcune soluzioni alternative. Queste possono variare a seconda del modello del medesimo e, sì, anche del modello del tuo smartphone, quindi verifica la compatibilità nel tuo caso specifico.
Andando con ordine, il modo più semplice per ricaricare il tuo smartwatch è quello di usare un power bank, il quale sarà più che in grado di ridare vita al dispositivo da polso con una parte della sua batteria. Quali power bank sono adatti allo scopo? Direi un po’ tutti, salvo casi specifici.
La batteria dell’orologio è veramente piccola comparata con la capacità di un power bank, quindi dovresti essere in grado di rifornirlo più e più volte (dipende dalla dimensione di questa banca di energia) senza troppi problemi. Ma, Salvatore, io ho dimenticato anche il cavo di collegamento a casa, come faccio?
Allora puoi optare per un power bank che fornisca una ricarica wireless, ovvero uno dove basta semplicemente appoggiare lo smartwatch in un punto specifico e, tramite induzione, l’energia verrà trasferita da uno all’altro senza necessità di collegamento via cavo. Questo tipo di power bank è abbastanza comune e dal prezzo simile a quelli normali, quindi non dovrai spendere cifre esagerate. Attenzione, però, perché gli Apple Watch non sono compatibili con i caricatori wireless standard (Qi) ma richiedono dei caricatori (e quindi eventualmente anche dei powerbank wireless) dedicati. Maggiori info qui.
Ora, oltre a questo sistema e dipendendo dal modello di telefono che hai in tuo possesso, è possibile che tu abbia una seconda opzione per caricare il dispositivo. Mi riferisco al fatto di poter usare la ricarica inversa del cellulare, il quale donerà parte della sua batteria per ricaricare questo dispositivo o qualunque altro.
Ci tengo a precisare fin da subito che non è un metodo efficiente, in quanto carica una cosa per scaricare l’altra, quindi usalo solo se veramente necessario. Detto questo, se hai un telefono Android con connettore USB-C e il cavo di ricarica dello smartwatch usa la medesima porta, allora basta collegare prima il cavetto al telefono e poi all’orologio. Salvo strane restrizioni date dal produttore del telefono (o magari qualche impostazione da modificare), dovrebbe avviarsi la ricarica. Se hai un iPhone dotato di USB-C (quindi dal 15 in avanti), puoi fare lo stesso mentre non puoi se dotato di connettore Lightning.
Ultima opzione, se anche qui non hai il cavo, puoi ricorrere alla ricarica wireless inversa tra smartphone e orologio. Questo metodo è il più inefficiente in quanto, la ricarica wireless, ha un livello di dispersione di energia enorme (in pratica consumerai batteria in parte per nulla), quindi usala come ultima opzione, sapendo inoltre che per il discorso di cui sopra non vale per gli Apple Watch.
Questa funzione è, al momento, solo presente su alcuni Android top di gamma. Per attivarla occorre andare nel menu Impostazioni, poi alla voce Batteria e su Condivisione ricarica wireless, attivando lo switch qui presente (almeno su Samsung, su altri marchi potrebbe essere differente). Fatto questo, appoggia lo smartphone al centro sul retro dello smartphone e attendi che si avvii la ricarica. Per sapere come attivare la ricarica wireless o come caricare un telefono con un altro telefono (che si applica anche agli smartwatch, eccetto Apple Watch), ti lascio alle mie guide dedicate.
Come verificare lo stato della batteria dello smartwatch
Una delle prerogative più interessanti degli smartwatch è sicuramente quello di poter fare affidamento su batterie in grado di garantire una durata considerevole con un solo ciclo di ricarica. Ovviamente, molto dipende dall’utilizzo che ne viene fatto, dal numero di applicazioni installate e di funzionalità attive, con particolare riferimento a quelle di fitness tracking, di geolocalizzazione e di monitoraggio della salute.
È sempre molto importante, dunque, tenere costantemente d’occhio il livello della batteria, in modo da capire il consumo effettivo, intervenire tempestivamente con un nuovo ciclo di ricarica, ed evitare di ritrovarsi con il dispositivo fuori uso al momento sbagliato.
Non è assolutamente difficile capire come verificare lo stato della batteria dello smartwatch: molti modelli, infatti, mostrano questa indicazione nella schermata principale del display o, come nel caso degli Apple Watch, tramite una sezione dedicata denominata Centro di Controllo, facilmente visualizzabile con un tocco verso l’alto sul quadrante del dispositivo.
A volte, però, si tratta di un indicatore grafico che, date anche le dimensioni contenute del display, potrebbe risultare di non facile lettura: in questo caso ti consiglio di verificare l’informazione anche sull’app che hai utilizzato per connettere lo smartphone allo smartwatch.
Qui, infatti, l’indicazione viene costantemente sincronizzata e potrai consultarla senza difficoltà: solitamente viene mostrata in alto nella schermata principale, ma puoi anche visualizzarla nel dettaglio accedendo alle impostazioni del dispositivo. Prendiamo come esempio i modelli Amazfit di Xiaomi: questi ultimi sono collegati allo smartphone tramite l’app Zepp, la quale registra tutti i dati e le statistiche che, in fase di configurazione, si è scelto di abilitare (qui puoi trovare maggiori informazioni).
Non appena si avvia l’app, premendo sulla sua icona, nella schermata iniziale è possibile consultare in alto a sinistra il livello della batteria: basterà attendere qualche secondo per far sì che la sincronizzazione sia completa. Inoltre, pigiando sul menu Profilo in basso a destra, potrai visualizzare all’interno della sezione I miei dispositivi l’elenco degli smartwatch collegati, con a fianco l’indicazione percentuale dello stato della batteria.
Premendo sul nome del dispositivo, infine, avrai una visuale più chiara del livello della batteria e della data dell’ultima ricarica: in questo modo potrai intuire più facilmente il consumo giornaliero del tuo dispositivo e agire eventualmente sulle funzionalità presenti nella sezione sottostante per limitare il consumo di energia. Di questo aspetto, ad ogni modo, te ne parlerò in maniera approfondita più avanti.
Come ottimizzare la batteria dello smartwatch
Nel capitolo precedente ti ho mostrato in che modo è possibile verificare lo stato della batteria dello smartwatch, informazione essenziale per determinare quanta energia viene consumata quotidianamente dal dispositivo. Ti sei reso conto, dati alla mano, che in effetti la carica si esaurisce troppo velocemente e vorresti correre ai ripari per evitare di dover eseguire ricariche troppo ravvicinate, operazione che, peraltro, velocizza inesorabilmente il logoramento della batteria.
Ho deciso, pertanto, di dedicare i prossimi paragrafi a illustrarti come ottimizzare la batteria dello smartwatch. Si tratta di pochi, semplici accorgimenti che, una volta messi in atto, ti permetteranno di goderti per un lasso di tempo maggiore il tuo dispositivo, senza il timore costante che possa spegnersi da un momento all’altro.
Il primo suggerimento che voglio darti è quello di disattivare le funzioni di cui non necessiti, o che utilizzi solo occasionalmente: i migliori smartwatch, infatti, sono dotati di una grande varietà di sensori (cardiofrequenzimetro, ossigenazione del sangue e così via), funzionalità (contapassi, riproduzione di musica, pagamenti NFC, monitoraggio del sonno) e notifiche (chiamate in arrivo, app di messaggistica, per citare alcuni esempi), che possono essere facilmente disabilitati all’occorrenza sia tramite le impostazioni del dispositivo che tramite l’app di riferimento sul cellulare.
Lo stesso vale per i widget: ne sono stati realizzati di tutti i tipi, in grado di fornire informazioni di qualsiasi genere (meteo, eventi e così via) e concordo con te sul fatto che in diversi casi siano davvero molto interessanti e comodi. Anche in questo caso, ad ogni modo, basterà accedere all’app installata sul tuo smartphone per escludere quelle applicazioni che, tutto sommato, a tuo avviso non sono così essenziali.
Forse non lo sapevi, ma i display di molti smartwatch consentono di regolare la luminosità tramite l’apposita impostazione presente sul dispositivo stesso, o di attivare la modalità notturna (che abbassa l’intensità durante le ore di sonno) da app. Qui è possibile anche ridurre la quantità di secondi durante i quali lo schermo rimane acceso a seguito dell’attivazione del touch screen o della pressione di un pulsante e disattivare l’accensione del display in conseguenza di un movimento verso l’alto del polso.
Sempre prendendo a riferimento l’app Zepp, compatibile con gli smartwatch Amazfit, potrai facilmente avere accesso a molte delle impostazioni finora illustrate facendo tap sul pulsante Profilo dalla schermata principale, premendo successivamente sul nome del dispositivo sotto alla sezione I miei dispositivi e agendo ad esempio sulle opzioni Notifiche da App, Chiamate in arrivo, Monitoraggio salute, Solleva il polso e così via. Nel caso di Apple Watch, invece, si può usare la app Watch di iOS o il menu Impostazioni dello stesso orologio.
Se il tuo smartwatch supporta la modalità Always On che, anche in fase di standby, mostra a display una serie di informazioni selezionate dall’utente (come data e ora), puoi considerare l’opportunità di disabilitarla accedendo alle impostazioni del dispositivo e spostando il relativo cursore su OFF.
Nei casi più estremi, quando vedi che la batteria sta per esaurirsi, puoi ricorrere anche alla modalità di risparmio energetico che diminuisce automaticamente i livelli di sincronizzazione e esclude determinate funzionalità non essenziali, come quelle esposte nei paragrafi precedenti, oltre alla geolocalizzazione.
A proposito di quest’ultima, devi sapere che è uno degli elementi che influisce maggiormente sul consumo di batteria e che molti dispositivi utilizzano una combinazione di diversi sistemi (GPS, Glonass, Galileo, ad esempio) per stabilire con maggiore precisione la posizione e ridurre il margine di errore a pochi centimetri. Puoi considerare, dunque, di disattivarlo temporaneamente e abilitarlo nuovamente all’occorrenza.
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Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.