Come trasformare un PC in server
Hai deciso di sostituire il tuo vecchio computer con uno nuovo di zecca ma, preso dalla nostalgia e dai ricordi, sai perfettamente che ti sentirai un po’ in colpa a “smantellare” quel dispositivo che ti ha accompagnato per tanti, tanti anni. Beh, è comprensibile. Lascia, allora, che ti dia una piccola dritta: anziché portare il computer in discarica, prova a riciclarlo facendolo funzionare come server “domestico”. Così facendo, avresti a disposizione una macchina in grado di svolgere tutti quei compiti per cui è richiesto un computer sempre attivo, come la condivisione dei file, tanto per farti un esempio.
Come dici? Ti ho dato un’ottima idea e ora non vedi l’ora di capire come trasformare un PC in server? Allora sei capitato proprio nel posto giusto: nelle righe a venire, intendo fornirti una serie di consigli e di istruzioni pratiche per integrare, all’interno di un computer pensato inizialmente per la “casa”, parte delle funzionalità caratteristiche di un server.
Dunque, senza esitare un attimo in più, dedicami un po’ del tuo tempo libero e leggi con molta attenzione tutto quanto ho da dirti: sono sicuro che, al termine di questa lettura, avrai appreso alla perfezione le migliori tecniche per creare un server partendo da un vecchio computer, sia esso un server NAS, un server multimediale o un server Web. Detto ciò, non mi resta altro da fare se non augurarti buona lettura e buon lavoro!
Indice
- Operazioni preliminari
- Come trasformare un PC in server NAS
- Come trasformare un PC in server multimediale
- Come trasformare un PC in server Web
Operazioni preliminari
Prima di entrare nel vivo di questa guida e di spiegarti, in maniera dettagliata, come configurare un computer in modalità server, vi sono alcune operazioni preliminari da portare a termine, affinché il tutto vada a buon fine senza intoppi.
Analisi dell’hardware
Se ti appresti a creare un server partendo da un computer ex-novo, ti consiglio di assemblare la nuova macchina con hardware puntato principalmente alla gestione di più processi in contemporanea, con un occhio di riguardo all’accesso ai dati: idealmente, dovresti assemblare una macchina dotata di almeno 8 GB di RAM, di una CPU con almeno 8 core virtuali, un disco SSD preposto a ospitare il sistema operativo e un hard disk meccanico di buona qualità, che dovrebbe invece occuparsi dell’archiviazione dei dati.
Immancabile, inoltre, una scheda Ethernet da usare per collegare il server direttamente al router tramite cavo, così da evitare eventuali ritardi e problemi dovuti alla naturale dispersione del segnale, provocata dalle connessioni di rete senza fili.
Laddove invece volessi riciclare un computer che ha qualche anno sulle spalle, sarebbe buona norma controllare che l’hardware sia veloce abbastanza da garantire l’accesso anche a più utenti contemporaneamente. Infatti, nel caso in cui il computer fosse davvero troppo vecchio, esiste il rischio che esso non riesca a svolgere tutte le operazioni necessarie, specie in caso di collegamento da parte di due o più dispositivi insieme.
Pertanto, ti consiglio di verificare attentamente se le componenti hardware più delicate siano adeguatamente proporzionate al compito che il server dovrà svolgere: a, tal proposito, ti invito a scaricare e installare un programma per vedere i componenti interni del computer e ad analizzare quelli in tua dotazione, al fine di verificare se sono adatti o meno a reggere il lavoro di un server casalingo.
In linea generale, lascia che ti elenchi quali sono i requisiti minimi da dover rispettare: CPU o APU dual-core (meglio se almeon quad-core); RAM pari a 4 o più GB; disco di sistema da almeno 256 GB (meglio se SSD), affiancato da un disco meccanico da almeno 1 TB, per le configurazioni NAS; scheda di rete Ethernet.
Se il tuo computer rispecchia tali requisiti, anche soltanto in parte, vi sono buone probabilità che tu non debba applicare alcun aggiornamento hardware; in caso contrario, potresti pensare alla sostituzione dei componenti obsoleti o sottodimensionati, tenendo conto che, per questioni di compatibilità, potrebbe rivelarsi indispensabile sostituire anche la scheda madre e/o l’alimentatore: a tal proposito, potrebbero tornarti utili le mie guide dedicate all’acquisto di un nuovo processore, di nuova memoria RAM, di nuovi dischi SSD oppure di nuovi hard disk meccanici.
Scelta del sistema operativo
Altro importantissimo passaggio nella realizzazione di un server, specie se ti appresti a configurare un computer appositamente dedicato all’obiettivo, consiste nello scegliere il sistema operativo da usare, in quanto ciò può influire anche sul tipo di programmi eseguibili e sulla semplicità di configurazione dei vari componenti.
A meno che tu non abbia particolari pretese, puoi avvalerti di Windows 11 Pro, in quanto si tratta dell’edizione più recente di Windows, che dovrebbe essere supportata ancora per un bel po’ di tempo.
Si tratta di una soluzione ben adatta a computer anche non di ultima generazione, in quanto non ha requisiti hardware particolarmente elevati, in teoria, è anche possibile installare Windows 11 anche su computer privi dei requisiti di cui sopra, ma ciò non garantisce il supporto e gli aggiornamenti da parte di Microsoft, tienine conto.
Tieni ben presente che, se non ne disponi già, dovrai acquistare una licenza di Windows 11; inoltre, per ottimizzare le risorsa hardware, ti consiglio di disattivare i componenti di sistema non necessari a configurazione completata.
Se poi ritieni che il computer in tua dotazione non sia poi così adatto a ospitare Windows 11, puoi altresì ripiegare su Windows 10 (altro valido sistema operativo, il cui supporto però terminerà a breve), su un sistema operativo della famiglia Windows Server o, se intendi creare un server NAS a uso esclusivo, a TrueNAS Core, un OS basato su FreeBSD pensato per l’installazione su server NAS.
Una volta completata l’installazione del sistema operativo, ti consiglio di collegare il computer al router tramite cavo Ethernet e di assegnargli un indirizzo IP locale statico, operazione che facilita la potenziale apertura delle porte sul router, utile se vuoi accedere al server anche quando sei collegato a una rete diversa da quella sul quale è ospitato.
Sempre parlando di accesso remoto, se hai intenzione di usare il tuo server dall’esterno della rete locale, ti consiglio altresì di configurare un DNS dinamico: così facendo, per accedere al computer, non dovrai conoscere ogni volta l’indirizzo IP pubblico assegnato al router, ma ti basterà conoscere l’URL testuale impostato, per l’appunto, tramite il DNS dinamico (maggiori info qui).
Configurazione dell’accesso remoto
In ultimo, ma non di minore importanza, ti consiglio di configurare un sistema di accesso remoto per il computer, almeno se intendi servirtene in modalità screenless (cioè senza alcun monitor): così facendo, hai la possibilità di configurare il computer anche se quest’ultimo non è collegato allo schermo, accedendovi da qualsiasi altro PC/Mac, smartphone o tablet.
Di programmi per l’accesso remoto ve ne sono tantissimi, ciascuno dotato di specifiche caratteristiche e peculiarità; alcuni di essi sono completamente gratuiti per l’uso personale, altri invece richiedono l’acquisto di una licenza una tantum, oppure la sottoscrizione di un abbonamento mensile. Ad ogni modo, per saperne di più circa quelli che sono i migliori programmi per controllare il computer da remoto, leggi senza esitare la guida specifica che ho dedicato all’argomento.
Come trasformare un PC in server NAS
Fatte tutte le doverose precisazioni del caso, è arrivato il momento di passare al sodo e di spiegarti, nel dettaglio, come trasformare un computer in un server. Iniziamo proprio dall’archiviazione: un server NAS (ossia Network Attached Storage) è un tipo di computer che può essere collegato alla rete locale per condividere svariati tipi di file, utilizzando una serie di protocolli preposti per lo scopo.
Per fini di compatibilità, nel corso di questo tutorial, andremo a creare un server NAS basato sul protocollo SMB, presente nella maggior parte dei gestori file dedicati ai sistemi operativi per computer, smartphone e tablet.
TrueNAS Core
Precedentemente noto come FreeNAS, TrueNAS Core è un sistema operativo specifico per i NAS, dotato di numerosi strumenti per ottimizzare la condivisione dei dati. Si tratta di una soluzione gratuita e open source, alla quale ti consiglio di rivolgerti se il server che ti appresti a creare dovrà essere usato esclusivamente come NAS, se dispone di almeno 8 GB di RAM e se hai un minimo di dimestichezza con i sistemi operativi UNIX. Una volta installato, potrai controllare tutti gli aspetti di TrueNAS tramite il browser, da qualsiasi altro dispositivo collegato alla stessa rete LAN del server NAS.
Nelle battute successive di questo capitolo, andremo a installare TrueNAS come unico sistema operativo sul disco di sistema, andando a formattare quest’ultimo; inoltre, assicurati di installare sul server anche l’hard disk contenente i file da condividere.
Per ottenere TrueNAS Core, collegati a questa pagina Web, clicca sul pulsante Download e, se lo desideri, iscriviti alla comunità di sviluppo, usando il tuo account Google, il profilo GitHub o l’email; se vuoi saltare questo passaggio, recati in fondo alla pagina e clicca sulla voce No, Thank you, I have already signed up, per scaricare l’immagine ISO del sistema operativo.
A download completato, riversa l’immagine ISO ottenuta su una chiavetta USB o su un DVD (se non sai farlo, segui le indicazioni presenti nel tutorial appena linkato), collega il dispositivo appena creato al computer che deve fungere da server e accendi quest’ultimo.
Con un pizzico di fortuna, dovresti visualizzare ora la schermata d’avvio di TrueNAS: per avviare il programma d’installazione, non premere alcun tasto; laddove dovessi visualizzare un messaggio d’errore, oppure se il computer dovesse avviarsi dal vecchio sistema operativo al momento installato, devi configurare UEFI/BIOS per l’avvio da USB/DVD, come trovi spiegato nella mia guida dedicata all’argomento.
Il programma di installazione di TrueNAS è in formato semi-testuale, ma tutt’altro che ostico: per iniziare, seleziona la voce Install/Upgrade, dai Invio, seleziona il disco sul quale installare il sistema operativo e premi la barra spaziatrice. Fatto ciò, consapevole che il drive sarà formattato, dai Invio ancora per due volte consecutive e, se lo desideri, digita una password con la quale accedere al sistema, nei campi visibili a schermo (questo passaggio è facoltativo).
Ora, dai ancora Invio, scegli se eseguire l’avvio UEFI (sui computer compatibili) o l’avvio BIOS (su quelli piuttosto datati) dai ancora Invio, per procedere con l’installazione del sistema operativo, che potrebbe protrarsi anche per alcune decine di minuti.
Quando vedi comparire la finestra relativa al completamento dell’installazione, rimuovi il supporto USB/DVD dal computer, dai OK, seleziona la voce Reboot e dai nuovamente Invio; a seguito di quest’ultimo passaggio, il computer dovrebbe riavviarsi e, nell’arco di qualche minuto, mostrarti l’interfaccia di controllo di TrueNAS, unitamente all’indirizzo IP tramite il quale accedervi (che devi annotare).
Ora, passa al dispositivo dal quale intendi controllare il NAS, digita l’IP annotato in precedenza nella barra degli indirizzi del browser e dai Invio; ora, digita la password di root specificata in precedenza (o forniscine una nuova, se non lo hai fatto prima) e clicca sul pulsante Sign In, per accedere all’interfaccia gestionale di TrueNAS.
Tramite il menu funzioni visibile a sinistra, puoi gestire i vari aspetti del server NAS (account utente, credenziali di sistema, dispositivi di archiviazione, servizi di directory e così via); per configurare una cartella condivisa tramite SMB, clicca sulla voce Sharing, premi sull’opzione Windows Shares (SMB) e, per aggiungere una nuova cartella condivisa, clicca sul pulsante Add e serviti dei menu proposti, per definire il percorso/path della condivisione, il nome della risorsa e la descrizione della stessa.
Quando hai finito, clicca sul pulsante Submit, per condividere i file in rete: potrai accedere a questi ultimi dagli altri dispositivi collegati alla LAN, semplicemente visitando la sezione Rete dei rispettivi file system. Per maggiori informazioni, ti invito a consultare la documentazione ufficiale di TrueNAS Core.
Rete di Windows
In alternativa, se non te la senti di armeggiare con un nuovo sistema operativo, puoi creare un piccolo NAS operante sulla rete locale usando la condivisione delle cartelle di Windows: dopo aver attivato quest’ultima, le cartelle condivise saranno visibili anche su tutti gli altri dispositivi collegati alla rete LAN, con permessi di solo accesso oppure di modifica (a seconda delle impostazioni scelte).
Condividere una cartella in rete è semplicissimo: basta fare clic sul suo nome, selezionare la voce Proprietà dal menu contestuale proposto e cliccare sulla scheda Condivisione; in seguito, bisogna premere sul pulsante Condividi, aggiungere l’utente Everyone a quelli autorizzati per l’accesso ai file (basta digitare quest’ultima parola nel campo di testo preposto e premere sul pulsante Aggiungi) e definire poi se l’accesso deve avvenire in sola lettura o in lettura e scrittura.
A seguito di questa operazione, i file dovrebbero già essere disponibili in rete; in caso contrario, potrebbe rivelarsi necessario attivare la condivisione di file e stampanti e disattivare la condivisione protetta da password, dal menu Impostazioni > Rete e Internet > Impostazioni di condivisione avanzate di Windows. Per approfondimenti, ti invito a leggere le mie guide su come condividere una cartella in rete e come creare cartella condivisa, in cui troverai altri utili suggerimenti per condividere file e cartelle.
Teoricamente, sarebbe possibile altresì configurare la condivisione SMB di Windows anche per l’accesso al di fuori della rete LAN, tuttavia utilizzare gli strumenti integrati di Windows renderebbero estremamente complicato questo passaggio, vista la necessità di intervenire su altre parti del sistema operativo e di sbloccare numerose porte nel router.
Per ovviare al problema, puoi rendere il server parte di una VPN, per poi collegare i dispositivi esterni alla LAN direttamente alla VPN e accedere ai file condivisi, esattamente se server e client si trovassero sulla stessa rete locale, tramite un servizio come Meshnet di NordVPN: è una caratteristica fruibile anche a costo zero che, se opportunamente configurata, permette di creare al volo una VPN tra tutti i dispositivi collegati allo stesso account (fino a un massimo di 10), senza smanettare tra configurazioni di sistema e sblocchi di IP.
All’atto pratico, basta installare NordVPN sul server scaricando l’applicazione dal sito ufficiale, aprirla e, dopo aver effettuato il login al proprio account, attivare Meshnet, cliccando sull’icona apposita (il simbolo dei puntini uniti) e spostando su ON la levetta corrispondente al riquadro Meshnet.
Il gioco è praticamente fatto: a questo punto, non ti resta che installare l’applicazione di NordVPN sugli altri dispositivi coinvolti, attivare la funzionalità Meshnet e usare il gestore file di sistema, per accedere alla rete locale: come per magia, dovrebbe comparire anche il nome del server remoto, al quale puoi accedere esattamente come se fossi collegato alla rete locale. Per saperne di più, leggi la mia recensione completa, dedicata al servizio NordVPN.
Come trasformare un PC in server multimediale
Se poi hai la necessità di trasformare il computer in un server multimediale, per accedere a foto, brani e filmati da altri dispositivi della rete (ad es. Smart TV, lettori multimediali con supporto ai flussi di rete, browser Web e così via), ti sarà certamente comodo sfruttare il protocollo DLNA: nella fattispecie, si tratta di un sistema di trasmissione supportato dalla maggior parte dei programmi di questo tipo, il quale consente di condividere — e ricevere — flussi multimediali tramite la rete, partendo da file video, file audio e immagini.
La tecnica più veloce tramite la quale puoi integrare DLNA in Windows consente nell’attivare le opzioni di flusso multimediale per il computer: apri il menu Start del sistema operativo, digita le parole Flussi multimediali nel campo di ricerca preposto e clicca sul primo risultato mostrato, in genere denominato Opzioni flussi multimediali. Giunto nella schermata del vecchio Pannello di Controllo, fai clic sul pulsante Attiva flusso multimediale e, se lo desideri, assegna un nome al catalogo multimediale, digitandolo nell’apposita casella di testo: sarà il nome con il quale il server verrà riconosciuto dai dispositivi della rete locale.
A questo punto, imposta il menu a tendina Mostra dispositivi in: sull’opzione Tutte le reti, clicca sul pulsante Consenti a tutti (se attivo) e fai clic sul bottone OK, posto in fondo alla pagina, per confermare le modifiche.
Ora, non ti resta che usare Windows Media Player per configurare la raccolta multimediale, indicizzarla e, di conseguenza, renderla disponibile sulla rete locale: apri dunque il programma richiamandolo dal menu Start, clicca sul pulsante Organizza e seleziona la voce Gestisci Cataloghi Multimediali, dal menu che va ad aprirsi.
Ora, seleziona la categoria di file sulla quale intendi intervenire (ad es. Musica, Video e così via) e serviti del pannello successivo, per aggiungere al catalogo multimediale le cartelle contenenti i file da condividere. Ripeti la medesima operazione per tutte le categoria di tuo interesse.
Quando hai finito, non ti resta che forzare l’indicizzazione delle cartelle configurate, cliccando nuovamente sul pulsante Organizza e selezionando, questa volta, la voce Applica cambiamenti informazioni multimediali.
Laddove non riuscissi a visualizzare le opzioni per i flussi multimediali, è molto probabile che Windows Media Player non risulti installato sul sistema operativo; per ovviare al problema, premi la combinazione di tasti Win+I sulla tastiera, seleziona le voci Sistema > Funzionalità facoltative dal pannello proposto e clicca sul pulsante Visualizza le funzionalità, situato in alto-
A questo punto, apponi il segno di spunta accanto alla voce Windows Media Player Legacy (app) e clicca sui pulsanti Avanti e Aggiungi per completare il processo. Procedi poi con la configurazione del server DLNA, così come ti ho spiegato in precedenza.
Infine, se esegui una delle edizioni N di Windows (prive cioè di alcune caratteristiche multimediale), sappi che non puoi installare Windows Media Player, non prima di aver scaricato il Media Feature Pack più adatto alla tua edizione di Windows e averlo correttamente aggiunto al computer. Quest’ultima operazione, tengo a specificarlo, è irreversibile.
Se poi hai bisogno che il flusso DLNA sia visibile anche all’esterno della rete locale, puoi ricorrere al server multimediale Plex: basta installare il programma gratuito sul computer e configurarlo in maniera opportuna, affinché i file appartenenti alle cartelle scelte possano essere aperti come flusso multimediale di rete.
Di default, per far sì che i flussi possano essere visualizzati al di fuori della rete locale, devi aprire la porta 32400 TCP sul computer; per maggiori informazioni circa la configurazione e l’utilizzo di Plex, ti rimando a un’attenta lettura della guida specifica che ho dedicato all’argomento.
Come trasformare un PC in server Web
Come dici? Stai pensando di realizzare un sito Web personale e, almeno all’inizio, vorresti effettuare tutte le prove del caso direttamente sul tuo computer, trasformando quest’ultimo in un vero e proprio server Web? Ebbene, la cosa è assolutamente fattibile, anche senza avere particolari competenze in materia.
In particolare, il mio consiglio è quello di usare il software XAMPP: se non ne avessi mai sentito parlare, si tratta di una suite all-in-one contenente tutto quanto necessario per trasformare il computer in una vera e propria macchina di hosting: il server Web Apache+Tomcat, il motore SQL MariaDB con annesso gestionale phpMyAdmin, gli interpreti PHP e Perl, il server FTP FileZilla e una serie di componenti aggiuntivi, come OpenSSL e Mercury MTS.
A dispetto di quanto si possa pensare, XAMPP è un programma completamente gratuito e si può installare su Windows, su Linux e su macOS nel giro di un paio di clic, il tutto senza dover “smanettare” con le lunghe (e spesso complesse) configurazioni relative a ciascun componente. L’utilizzo di base, poi, è semplicissimo: basta aprire l’applicazione manager per avviare o interrompere i vari server e per accedere velocemente ai rispettivi file di configurazione.
Ad ogni modo, per saperne di più circa il download, la configurazione e l’uso di XAMPP, leggi con attenzione la mia guida su come hostare un sito Web nel proprio computer, dove trovi tutto spiegato con dovizia di particolari.
Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.