Come usare ChatGPT
Negli ultimi anni l’Intelligenza Artificiale (abbreviato comunemente in IA, oppure AI, all’inglese) ha iniziato a ricoprire un ruolo importante nella nostra società e le sue applicazioni hanno raggiunto tantissimi campi, compresi quelli che hanno a che fare con il mondo del Web. Ne sono un esempio il generatore di immagini DALL·E e il chatbot ChatGPT.
Come dici? Ultimamente hai sentito parlare molto di quest’ultimo ma non hai ancora capito esattamente di cosa si tratta e, soprattutto, come funziona? Ti piacerebbe scoprirlo? Se hai risposto affermativamente a queste domande, evidentemente ti trovi nel posto giusto nel momento giusto! In questa guida, infatti, trovi spiegato proprio come usare ChatGPT.
Dato che ti vedo alquanto incuriosito dall’argomento, direi di non perderci in ulteriori preamboli e di passare sùbito al sodo. Forza e coraggio: mettiti bello comodo, prenditi tutto il tempo che ti occorre per concentrarti sulla lettura delle prossime righe e vedrai che riuscirai a capire come può esserti utile ChatGPT. Ti auguro buona lettura!
Indice
Che cos’è ChatGPT
Iniziamo questa disamina vedendo innanzitutto che cos’è ChatGPT, così che quando andrai a utilizzare il servizio sarai anche più consapevole di cosa avviene “dietro le quinte” (o per meglio dire dietro le righe di codice del complesso algoritmo che sta alla base del funzionamento di ChatGPT).
Inizio con il dirti che ChatGPT è un software progettato per simulare una conversazione con un essere umano per la generazione di testo sviluppato da OpenAI, nota organizzazione di ricerca sull’intelligenza artificiale. Il suo funzionamento si basa su un modello di elaborazione del linguaggio naturale (o NLP) sviluppato dalla stessa OpenAI.
Tale modello si è evoluto nel corso del tempo e ne esistono più generazioni. Nel momento in cui scrivo, la versione base di ChatGPT, che è accessibile gratuitamente a tutti, usa GPT-4o, che è “addestrato” utilizzando una grande quantità e varietà di dati e che eguaglia le prestazioni di GPT-4 Turbo su testo in inglese e codice, con un miglioramento significativo su testo in lingue diverse dall’inglese. Il modello GPT-4o permette di fornire output partendo da input testuali, vocali e visivi. Oltre ai modelli già menzionati, sono disponibili anche le versioni 01-preview e 01-mini. Attualmente, queste due varianti sono accessibili solo agli utenti che possiedono un abbonamento a pagamento attivo a ChatGPT. Il modello 01-preview offre un ragionamento avanzato, pensato per risposte più riflessive e approfondite. D’altra parte, il modello 01-mini è una versione più rapida e ottimizzata per argomenti nelle aree STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica).
Gli utilizzi di ChatGPT possono essere molteplici, come puoi notare di seguito.
- Assistenza automatizzata — l’algoritmo di ChatGPT è in grado di generare risposte automatiche in una conversazione con un utente umano e di rispondere in modo proattivo, utilizzando un linguaggio alquanto naturale, cosa che lo rende perfetto per fornire assistenza in modo automatizzato.
- Generazione di testo — vista la sua capacità di generare testo in modo autonomo, può essere impiegato per redigere descrizioni di prodotti, post per social network, articoli di giornale, e-mail, copioni di video e simili.
- Riepilogo automatico — la sua capacità di apprendimento e comprensione del testo lo rende adatto per riassumere lunghe conversazioni e documenti autonomamente, cosa che può tornare utile a studenti e professionisti che hanno la necessità di ricavare informazioni riassuntive da un testo lungo.
- Traduzione automatica — è in grado di tradurre il testo di “partenza” in molteplici lingue in modo del tutto automatico.
- Generazione di codice — è in grado di generare script e righe di codice in diversi linguaggi di programmazione.
Il servizio di base è gratuito, ma volendo è possibile sottoscrivere un abbonamento a pagamento di ChatGPT (20$/mese per gli utenti privati e con prezzi variabili per il piano Enterprise), che permettono di avere accesso prioritario rispetto all’uso del modello GPT4-o, che viene limitato per gli utenti non paganti (una volta superato il limite è possibile continuare a usare il chatbot, ma con il modello GPT-4o mini, che presenta diverse limitazioni rispetto a GPT-4o).
Per quanto riguarda le lingue supportate, ChatGPT è utilizzabile anche in italiano e, dai test che ho eseguito, sembra funzionare davvero bene. Tuttavia, può restituire risultati meno precisi rispetto a chi lo usa ponendo domande in inglese.
In linea generale, comunque, tieni presente che qualunque lingua venga utilizzata per interagire con ChatGPT i risultati possono contenere errori e imprecisioni varie e, pertanto, le informazioni ricavate tramite il chatbot vanno sempre prese con le pinze. Inoltre, sappi che per l’utilizzo in ambito commerciale non sono state ancora previste delle licenze da acquistare, ma bisogna fare attenzione in quanto alcune informazioni restituite dal sistema potrebbero provenire da fonti su cui vige il copyright, quindi non utilizzabili senza i dovuti permessi.
Riguardo all’uso di ChatGPT tramite app, ricordati che al momento l’unica applicazione ufficiale rilasciata da OpenAI è quella disponibile per Android, iOS, Windows e macOS (in quest’ultimo caso gli utenti abbonati possono anche prelevare contenuti da altre app tramite la funzione di integrazione in-app loro riservata). Maggiori info qui.
Come alternativa c’è l’app Microsoft Copilot, che propone un assistente di chat alimentato dai più recenti modelli OpenAI, GPT-4 e DALL·E 3 con risultati davvero interessanti. È disponibile per Android e iOS/iPadOS.
Come funziona ChatGPT
Attenzione: per usare ChatGPT dall’Italia potrebbe essere necessario l’uso di una VPN come NordVPN (di cui ti ho parlato qui), Surfshark (di cui ti ho parlato qui), Express VPN o Privado VPN.
Ora che hai un’infarinatura di che cos’è ChatGPT e di cosa c’è dietro il suo funzionamento, possiamo effettivamente andare a vedere come usare ChatGPT.
Tanto per iniziare, recati sulla pagina principale del servizio, cliccando su questo link e serviti della barra di digitazione per interagire con il chatbot senza registrazione. Se vuoi usare appieno le potenzialità di ChatGPT, però, dovrai registrarti. Per fare ciò, fai clic sul bottone Registrati (in alto a destra) e poi procedi alla creazione dell’account tramite il tuo indirizzo di posta elettronica, il tuo account Google oppure tramite il tuo account Microsoft, avendo cura di utilizzare il campo di testo o il pulsante apposito e seguire le indicazioni su schermo per finalizzare la procedura.
A registrazione avvenuta, fornisci il tuo nome e cognome nei campi di testo appositi, fai clic su Accetto/Continua e segui le istruzioni su schermo per finalizzare il tutto. Maggiori info qui.
Completata questa fase, ora sei pronto per usare ChatGPT. Come puoi ben notare, l’interfaccia del servizio è alquanto semplice e minimale e, per iniziare ad avvalertene, devi semplicemente scrivere la tua richiesta nel campo di digitazione posto nella parte inferiore della pagina.
Nell’avanzare la tua richiesta, usa un linguaggio naturale, specifico e, soprattutto, diretto. Dopodiché clicca sull’icona dell’aeroplanino (come quello che si vede nei “classici” servizi di messaggistica istantanea), così da inviare la tua richiesta a ChatGPT.
Per farti un esempio, potresti formulare di proposito una richiesta generica (es. “Inventa una ricetta a piacere”) oppure chiedere in modo specifico di soddisfarne una con determinati dettagli (es. “Consigliami una ricetta con patate, pollo e paprika”).
Fatto ciò, non ti resta che attendere la risposta da parte dell’algoritmo di ChatGPT: se la tua richiesta è molto articolata può richiedere anche qualche minuto prima di essere completata; per quelle più semplici e banali, invece, le risposte sono quasi istantanee.
Se una risposta non ti sembra esaustiva e/o se vuoi porre delle domande ulteriori per avere una risposta più completa, puoi continuare a interagire con ChatGPT inviando altri messaggi, proprio come faresti con una persona “vera”, in quanto il sistema è in grado di tener conto dei messaggi precedenti durante una chat, così da restituire risposte “intelligenti” e contestualizzate con la conversazione in essere.
Se, invece, la risposta sembra interrompersi, puoi ottenere la parte mancante semplicemente dando il comando continua/continue.
Per tornare all’esempio della ricetta, se non hai un ingrediente o un attrezzo da cucina, potresti dire a ChatGPT “sostituisci nella ricetta le patate con i piselli” oppure “sostituisci la carta da forno con qualcos’altro” e vedere se l’algoritmo ha da consigliarti una soluzione adatta.
Inoltre, se vuoi avere una risposta diversa alla medesima domanda, puoi cliccare sul pulsante Regenerate response per rigenerarla e, se vuoi, puoi anche dare un feedback cliccando sul pulsante Mi piace o Non mi piace, in corrispondenza di ciascuna risposta che ti è stata data dal servizio.
Se intendi chiudere la conversazione con ChatGPT, clicca sul bottone (+) New chat (in alto a sinistra) per iniziare una nuova conversazione. Se desideri eliminare una chat, invece, clicca sul simbolo del cestino posto in sua corrispondenza (nella barra laterale a sinistra) e, infine, sul pulsante ✓ comparso per confermare le tue intenzioni. Per altri dettagli, puoi dare un’occhiata al supporto ufficiale.
Da app per smartphone puoi interagire vocalmente con il chatbot (che può rispondere a sua volta a voce), premendo sull’icona delle cuffie in basso a destra. Inoltre, puoi anche eseguire ricerche sul Web sfruttando la funzione apposita, richiamabile con un clic sul simbolo del mappamondo.
Come usare ChatGPT Canvas
Prima di passare ad alcune riflessioni etiche riguardo all’uso dell’AI, consentimi di fare uno “zoom” su una caratteristica alquanto interessante di ChatGPT, ovvero la funzione Canvas. Di cosa si tratta? Sostanzialmente è una caratteristica che permette al modello di OpenAI di fungere da assistente proattivo. Mi spiego meglio: tramite Canvas, è possibile generare una bozza iniziale di un progetto e rivederlo insieme all’intelligenza artificiale per migliorarlo e, a dirla tutta, Canvas può intervenire anche in modo automatico quando necessario offrendo non solo dei suggerimenti, ma intervenendo direttamente sul lavoro, specialmente nella redazione di testi.
Canvas è al momento disponibile per gli utenti paganti come funzionalità beta, ma in futuro verrà resa disponibile per tutti gli utenti, compresi quelli che hanno un account free. La funzione è accessibile inoltre solo da desktop (da mobile è possibile semplicemente visualizzare i progetti). Per richiamare Canvas è possibile inserire nei prompt comandi del tipo “usa canvas” o “avvia un canvas” o, laddove possibile, lasciare che sia ChatGPT a “decidere” quando far intervenire la funzione in questione per migliorare i contenuti.
Altri aspetti interessanti di Canvas riguardano la proposta di scorciatoie specifiche per la rifinitura di testi, l’aggiunta di emoji (nei documenti) e log (nello sviluppo di codice) tramite l’uso di pulsanti ad hoc che fanno risparmiare tempo rispetto alla digitazione testuale di appositi prompt; per non parlare poi della possibilità di tornare alle bozze precedenti del progetto, qualora necessario, così da ripristinare eventuali versioni migliori di quest’ultimo.
Riflessioni etiche
Concludo l’articolo con una piccola digressione etica su ChatGPT e, più in generale, sull’uso dell’Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti.
Come tutti i modelli di generazione di testo automatici basati sull’AI, ChatGPT può presentare problemi che, a mio modesto parere, è bene non ignorare.
Uno di questi riguarda l’incredibile capacità di imitare il linguaggio umano di ChatGPT: nel testare il servizio per la stesura di questo articolo, infatti, ho avuto l’impressione che le risposte che mi venivano date da ChatGPT talvolta fossero generate da una persona reale; solo in quelle più lunghe e articolate ho notato alcune ripetizioni e piccoli errori che “tradivano” la presenza di un algoritmo.
Non poter distinguere facilmente se un testo è stato generato da un algoritmo o da un umano, a mio avviso potrebbe portare in un futuro non troppo lontano ad avere a che fare con sempre più testi fuorvianti o addirittura falsi, utilizzabili in modo potenzialmente malevolo per screditare personaggi pubblici (e non solo).
Anche il settore educational potrebbe essere intaccato da tecnologie come quella che sta dietro il funzionamento di ChatGPT (se vengono utilizzate nel modo sbagliato dagli stessi utenti): un insegnante, se dovesse avere difficoltà a riconoscere un testo scritto da una persona o da un algoritmo, come potrebbe valutare in modo obiettivo le capacità di uno studente? È vero, esistono dei tool che possono aiutare a capire se un testo è generato da un’Intelligenza Artificiale o da un umano (come GPTZero, OpenAIDetector e DetectGPT) ma, come puoi ben immaginare, non si tratta di soluzioni affidabili al 100% e, quindi, non risolvono questo problema in modo definitivo.
Un’altra riflessione riguarda la creatività che sta dietro i contenuti, soprattutto quelli per il Web. Se da una parte affidare a un algoritmo parte del lavoro può essere un vantaggio per i creator in termini di risparmio di tempo per la ricerca delle informazioni da cui partire per organizzare il lavoro, dall’altra bisogna considerare i possibili effetti negativi dovuti dall’impiego di simili soluzioni: contenuti più “poveri” in termini di originalità e creatività, figure professionali a rischio a causa di algoritmi sempre più potenti e addestrati (se un algoritmo è in grado di scrivere lo script di un video o i post per i miei account social in modo egregio, perché devo ricorrere a un professionista umano?).
Quali sviluppi e utilizzi avrà ChatGPT e tecnologie simili non ci è dato saperlo. L’augurio che possiamo farci è che il loro utilizzo contribuisca a migliorare la società e l’uso che facciamo della tecnologia.
Autore
Salvatore Aranzulla
Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.