Questo sito contribuisce alla audience di Il Messaggero
Scopri le migliori offerte sul canale Telegram ufficiale. Guarda su Telegram

Programmi per avere i permessi di root

di

Un amico esperto in materia informatica ti ha parlato dei permessi di root e ti ha spiegato che, grazie ad essi, è possibile avere accesso a parti “delicate” del sistema operativo in uso su smartphone, tablet e addirittura computer, bypassando spesso le restrizioni imposte dai produttori dei dispositivi o dai progettisti delle varie piattaforme.

Giacché hai una discreta esperienza con il mondo della tecnologia ma non sei ancora un vero esperto, vorresti provare a percorrere questa strada e, per questo motivo, stai cercando di capire quali sono i programmi per ottenere i permessi di root da usare per lo scopo. Se le cose stanno in questo modo, allora questa è proprio la guida giusto da cui partire: di seguito, infatti, avrò premura di elencarti quali sono i software, le app e gli strumenti da avere a disposizione per attivare i permessi di root e, di conseguenza, avere permessi elevati sui sistemi operativi Android, iOS/iPadOS, Windows e macOS.

Ti dico fin da subito che, per quanto riguarda gli smartphone e i tablet, avrai bisogno di una certa dose di pazienza e di un bel po’ di tempo libero, in quanto le procedure sono spesso lunghe e non prive di rischi. Ad ogni modo, il risultato, alla fine, lo si porta a casa! Buona lettura e buona fortuna!

Indice

Programma per ottenere permessi di root: Android

Programma per ottenere permessi di root: Android

Se è tua intenzione sbloccare i permessi di root su uno smartphone o su un tablet animato dal sistema operativo Android, sappi che avrai bisogno di alcuni strumenti specifici che, come scoprirai tra breve, potrebbero differire in base alla marca e al modello di device in tuo possesso, oltre che alla versione di Android in uso sullo stesso.

Prima di entrare nel vivo della questione, però, ritengo doveroso metterti al corrente dei rischi connessi alla procedura di root: tanto per cominciare, essa potrebbe invalidare la garanzia del dispositivo (a seconda dei termini d’uso previsti dal produttore); inoltre, basta un solo errore in qualsiasi passaggio per rendere inutilizzabile il dispositivo: per questo motivo, assicurati di avere una buona dose di tempo ma soprattutto tanta, tanta pazienza, in modo da portare a termine i passaggi richiesti con assoluta precisione.

Tra le altre cose, lo sblocco dei permessi di root — poiché necessita dello sblocco del boot loader — comporta quasi sempre la formattazione della memoria di Android ed espone il sistema operativo a malware e, non da meno, a potenziali problemi di sicurezza: basta un solo tap per far sì che un’app, anche in modo inconsapevole, possa agire su parti delicate della memoria che contengono dati personali o informazioni di sicurezza.

Per questo motivo, valuta attentamente i rischi e i benefici connessi allo sblocco del root prima di fare qualsiasi cosa e, se non hai molta esperienza, richiedi l’assistenza di una persona più esperta sull’argomento, almeno per la prima volta.

Strumenti necessari

Programma per ottenere permessi di root: Android

Sfortunatamente, data la gran quantità di device Android (e di versioni del sistema operativo) presenti in commercio, la procedura di root è tutt’altro che standard e può richiedere strumenti, programmi e app diversi, a seconda dell’esatto modello di smartphone/tablet in proprio possesso e dell’edizione del sistema operativo presente sullo stesso.

A grandi linee, però, lascia che ti elenchi i più importanti programmi, app e strumenti necessari per raggiungere agevolmente lo scopo.

  • Driver del dispositivo — sono necessari affinché lo smartphone/tablet venga riconosciuto dal computer. Puoi ottenere i driver necessari installando il pacchetto universale di ClockWorkMod, oppure il programma di gestione ufficiale del produttore: i più noti sono Samsung Smart Switch (Samsung), HUAWEI HiSuite/Share (HUAWEI), Lenovo Smart Assistant Tool (Motorola/Lenovo), LG PC Suite (LG), Sony Xperia Companion (Sony) e Xiaomi Mi PC Suite (Xiaomi). Maggiori info qui.
  • Android Studio — si tratta della suite di sviluppo di Android, rilasciata ufficialmente da Google, la quale contiene tutto il necessario per far sì che i software ADB e Fastboot, indispensabili per portare a termine la procedura, vengano correttamente installati. Android Studio è disponibile per Windows, macOS, Linux e Chrome OS e può essere scaricato da questa pagina. Se utilizzi Windows, inoltre, puoi semplificare il tutto evitando l’installazione di Android Studio e scaricando soltanto la versione minimale di ADB e FastBoot, disponibile su XDA.
  • Software di sblocco del boot loader — su alcune categorie di smartphone, è sufficiente abilitare le opzioni di sviluppo di Android e procedere con lo sblocco del boot loader direttamente tramite Fastboot. In alcuni casi, però, è necessario chiedere l’autorizzazione al produttore del dispositivo ed effettuare la procedura di sblocco mediante un apposito programma (ad es. MIUI Unlock, per i dispositivi Xiaomi). Per approfondimenti, prova a cercare su Google frasi come sblocco boot loader [marca e modello dispositivo].
  • Recovery personalizzata — va caricata sullo smartphone/tablet tramite Fastboot e serve per abilitare i permessi di root su Android, tramite installazione di apposito file ZIP. La recovery al momento più usata è la TWRP e può essere scaricata da questa pagina. In alternativa, esistono software come ODIN, dedicato esclusivamente ai dispositivi Samsung, i quali consentono di installare i file ZIP su Android dal PC, senza l’ausilio della recovery.
  • App per il root — essa viene scaricata sotto forma di file ZIP e va flashata (cioè installata) su Android mediante Recovery personalizzata o apposito software. Attualmente, l’app più utilizzata per lo sblocco dei permessi di root è Magisk, disponibile qui.

Ottenere i permessi di root

Programma per ottenere permessi di root: Android

Dopo esserti procurato il materiale necessario, puoi ottenere i permessi di root su Android seguendo una serie di step ben precisi. Come ti ho già accennato poco fa, la modalità di esecuzione degli stessi può variare fortemente in base al dispositivo in tuo possesso: di seguito ti illustro, in linea generale, quale sarebbe la procedura da seguire su un dispositivo appartenente alla linea Android One, che dunque non necessita di richieste particolari per lo sblocco.

  • Creare un backup dei dati: lo sblocco del boot loader, come scoprirai tra breve, comporta la perdita totale dei dati e delle impostazioni personali. Pertanto, è sempre buona norma realizzare una copia degli stessi.
  • Sbloccare il boot loader: il boot loader è una piccola applicazione eseguita subito dopo l’accensione del dispositivo Android, la quale verifica l’integrità del sistema operativo e lo esegue. Per poter installare recovery personalizzate, è indispensabile che lo stesso sia sbloccato: per farlo, bisogna abilitare opzioni di sviluppo del dispositivo, abilitare la levetta relativa allo sblocco OEM (se disponibile), connettere il dispositivo al computer e, dopo averlo riavviato in modalità fastboot, avviare ADB e impartire il comando fastboot oem unlock. Su alcuni dispositivi, potrebbe essere necessario far richiesta di uno specifico codice, da impartire nell’apposito software di sblocco, direttamente al produttore.
  • Installare la recovery personalizzata: la recovery è un software esterno ad Android, il quale consente di agire in maniera profonda su quest’ultimo sistema operativo, effettuando operazioni come il flashing di app tramite file .ZIP o la completa sostituzione di Android. Per installare la recovery personalizzata, in questo caso la TWRP, è necessario ottenere il file più adatto al proprio dispositivo e avviarlo tramite fastboot, impartendo il comando fastboot flash boot_a recovery.img.
  • Flashare l’app che abilita il root: dopo aver installato la Recovery personalizzata e averla avviata, copia il file .ZIP contenente l’app preposta all’attivazione dei permessi di root (ad es. Magisk) e installalo, mediante l’apposita funzionalità integrata nella recovery.

Ad ogni modo, se vuoi un esempio concreto di come eseguire lo sblocco di un dispositivo animato dal sistema operativo di Google, puoi consultare la mia guida passo-passo su come effettuare il root su Android.

Ricorda sempre che questa procedura può rivelarsi pericolosa ed esporre lo smartphone o il tablet a seri problemi di sicurezza: evita dunque di consentire l’accesso con privilegi elevati ad app che non conosci alla perfezione, poiché, così facendo, forniresti autorizzazioni pressoché illimitate sul sistema operativo.

Programma per ottenere i permessi di root: iPhone e iPad

Programma per ottenere i permessi di root: iPhone e iPad

A differenza di quanto visto per Android, la procedura per ottenere i permessi di root su iPhone e iPad è abbastanza “standard”, varia solo a seconda della versione di iOS/iPadOS usata. La procedura si svolge interamente dal PC: in linea del tutto generale, ecco i programmi necessari per le versioni più recenti dei sistemi mobile di Apple.

  • Se sul computer è in esecuzione Windows 10 o una versione di macOS precedente alla 10.15 Catalina, dovrai necessariamente usare il programma iTunes, che puoi scaricare seguendo le indicazioni che ti ho fornito in questa guida. Per macOS Catalina e versioni successive, questo passaggio non è necessario, in quanto le funzioni di iTunes sono state integrate nel Finder.
  • È necessario scaricare e installare un programma gratuito, denominato AltServer, il quale consente di installare uno store non ufficiale di app (AltStore) sul dispositivo. AltServer può essere scaricato da questo sito Web.

Dopo aver ottenuto e installato il materiale necessario, connetti l’iPhone/iPad al computer, autorizza i dispositivi a comunicare tra loro (se è la prima volta che effettui questa operazione), apri AltServer e premi il pulsante per installare AltStore, se impieghi Windows; se, invece, il tuo è un Mac, dovrai installare un plug-in per Mail dal quale installare AltStore sul telefono/tablet.

Dopo aver installato AltStore, passa all’iPhone/iPad e autorizza l’installazione dello store recandoti nel menu Generali > Gestione dispositivo > [ID Apple] > Autorizza [ID Apple], dunque apri Safari, collegati al sito Internet di unc0ver e procedi con l’installazione dello store, seguendo le indicazioni che ti vengono proposte.

Infine, avvia l’app di unc0ver, tocca i pulsanti Jailbreak e OK, attendi che l’iPhone/iPad si riavvii e, all’accesso successivo, ripeti la medesima procedura, per ultimare la procedura di sblocco (che dovrai ripetere in caso di spegnimento completo dell’iPhone).

Tuttavia, ritengo doveroso farti presente quali sono gli effetti collaterali del jailbreak: in primo luogo, questa procedura espone l’iPhone o l’iPad a notevoli rischi di sicurezza e, in alcuni casi, può addirittura impedire l’esecuzione di alcune app di streaming (o, in qualche modo, collegate ai contenuti protetti dal diritto d’autore). In secondo luogo, la procedura di jailbreak annulla la garanzia di iPhone/iPad, a meno che non si rimuova lo sblocco prima di portare il dispositivo in assistenza (cosa che, in caso di malfunzionamenti gravi, potrebbe essere impossibile).

Se ti interessa comunque approfondire l’argomento, da’ pure uno sguardo alla mia guida su come effettuare il jailbreak dell’iPhone, nella quale ti ho spiegato tutto nel dettaglio.

Programma per ottenere i permessi di root: Windows

Programma per ottenere i permessi di root: Windows

A dispetto delle apparenze, non è necessario usare alcun programma per ottenere i permessi di root Windows: tutto ciò che bisogna fare è attivare l’account Administrator, cioè un particolare profilo che consente all’utente di agire indisturbato sul computer, senza incappare in blocchi o messaggi di sicurezza.

L’account Administrator può essere attivato sia tramite PowerShell, che con il Prompt dei comandi, a patto che tali strumenti siano avviati con privilegi amministrativi. Dunque, se impieghi Windows 10, puoi avviare PowerShell facendo clic destro sul pulsante Start residente in basso a sinistra, selezionando la voce Windows PowerShell (amministratore) dal menu che compare e cliccando, in seguito, sul pulsante .

Il Prompt dei comandi, invece, risiede nella cartella Accessori, oppure Accessori Windows del menu Start: per aprire una finestra del Prompt in modalità amministratore, fai clic destro sull’icona del programma e scegli la voce Esegui come amministratore, dal menu che compare; in alternativa, se disponibile, clicca direttamente sull’icona Prompt dei comandi (amministratore).

Ad ogni modo, quando la finestra di PowerShell/Prompt si apre sul desktop, digita il comando net user administrator active:yes al suo interno e premi il tasto Invio della tastiera: se tutto è andato per il verso giusto, dovresti visualizzare la voce Operazione comando riuscita, segno che l’account Super amministrativo è stato attivato e reso disponibile a partire dal prossimo riavvio.

Qualora avessi intenzione di tenere attivo il profilo per molto tempo, ti consiglio di proteggerlo impostando una password di sicurezza, poiché, come già detto, questo tipo di profilo offre accesso completo e senza restrizioni al computer: tra le altre cose, non viene mostrato alcun avviso di sicurezza, neanche per le operazioni più “delicate”.

Per impostare una password all’account Super amministratore, sempre nella finestra di PowerShell/Prompt che hai aperto in precedenza, digita il comando net user administrator NuovaPassword, sostituendo a NuovaPassword la parola d’ordine con cui proteggere il profilo. Quando hai finito, premi il tasto Invio per impartire il comando e riavvia il computer, in modo da rendere operativo il nuovo profilo. Maggiori info qui.

Qualora volessi disattivare l’accesso al profilo Super amministratore, apri nuovamente PowerShell/Prompt dei comandi con privilegi elevati e digita, questa volta, il comando net user administrator active:no, seguito dalla pressione del tasto Invio.

Programma per ottenere i permessi di root: Mac

Programma per ottenere i permessi di root: Mac

Anche macOS prevede la possibilità di accedere con l’utente root, ossia con privilegi elevati, tuttavia questa funzione è disattivata per motivi di sicurezza. A dispetto di quanto tu possa pensare, attivare l’accesso root su macOS è semplicissimo e non richiede alcun programma, in quanto il tutto è integrato “di serie” nel sistema operativo.

Mi chiedi come fare? Te lo spiego subito. Per iniziare, apri le Preferenze di sistema cliccando sull’icona dell’ingranaggio situata sulla barra Dock, clicca sull’icona dedicata a Utenti e gruppi e poi sul simbolo del lucchetto serrato, che risiede nell’angolo inferiore sinistro della schermata che si apre.

Quando richiesto, inserisci la password del Mac e premi il tasto Invio della tastiera, in modo da abilitare le modifiche, quindi fai clic sulla voce Opzioni di login residente nella barra laterale di sinistra e premi i pulsanti Accedi… e Apri Utility Directory….

Adesso, clicca nuovamente sul lucchetto serrato che sta in basso a sinistra, immetti la password del Mac nell’apposito campo e clicca sul menu Modifica > Abilita utente root, residente nella barra dei menu di macOS. Per finire, digita una password da usare per accedere all’account amministrativo nelle caselle dedicate e clicca sul pulsante OK, per attivare l’utente root.

Per accedere al profilo appena attivato, disconnettiti dal tuo account utente e, giunto alla schermata di login di macOS, clicca sulla voce Altro… e digita, quando richiesto, il nome utente root e la password impostata in precedenza.

Qualora volessi tornare sui tuoi passi e disattivare l’accesso root, ripeti la procedura che ti ho indicato poco fa e, dopo aver aperto l’Utility Directory e aver abilitato le modifiche, clicca sul menu Modifica > Disabilita utente root, situato in alto.

Salvatore Aranzulla

Autore

Salvatore Aranzulla

Salvatore Aranzulla è il blogger e divulgatore informatico più letto in Italia. Noto per aver scoperto delle vulnerabilità nei siti di Google e Microsoft. Collabora con riviste di informatica e cura la rubrica tecnologica del quotidiano Il Messaggero. È il fondatore di Aranzulla.it, uno dei trenta siti più visitati d'Italia, nel quale risponde con semplicità a migliaia di dubbi di tipo informatico. Ha pubblicato per Mondadori e Mondadori Informatica.